Interessante convegno su Armida Barelli

TROPEA – Dopo Vibo Valentia, la mostra itinerante sulla beata Armida Barelli è approdata anche nella cittadina impreziosita da un convegno, dal tema “Armida e don Francesco Mottola. Due beati a confronto”, organizzato dall’Azione Cattolica della parrocchia del S. Rosario.

Presso palazzo Santa Chiara sono stati esposti dei cartelli nei quali era possibile leggere stralci della sua fervente attività a favore del prossimo. Dal suo interessamento verso la famiglia e l’infanzia, all’incontro con padre Agostino Gemelli, all’espansione dell’Azione Cattolica italiana della quale è stata dirigente, al suo impegno a livello internazionale e la fondazione dell’università Cattolica, nonché al suo contributo per l’emancipazione femminile. La mostra, ha detto Caterina Sorbilli nell’introduzione al convegno, è stata voluta dall’Istituto Toniolo e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore a cui Barelli contribuì per la sua fondazione ed è una parte della mostra che sta girando l’Italia, questo perché, Barelli, nell’aprile scorso è stata dichiarata beata dalla chiesa universale.

I pannelli sono stati in mostra già in diverse diocesi della Calabria e della Sicilia.

Il convegno è stato moderato da Sorbilli nella sua qualità di presidente dell’Azione Cattolica e, la stessa, ha delineato in breve la figura di Barelli. Nata a Milano 1º dicembre del 1882, è morta a Marzio, il 15 agosto del 1952. E’ stata un’educatrice italiana, cofondatrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

L’evento ha avuto i saluti di don Antonio Mazzeo, parroco di Maria SS di Romania e del S. Rosario, e del vice sindaco Roberto Scalfari. Entrambi hanno avuto parole di apprezzamento per l’interessante evento.

Mons. Filippo Ramondino, direttore dell’Istituto di Studi Religiosi di Vibo Valentia, ha quindi parlato della beata Barelli tracciando anche la storia secolare della diocesi Mileto, Nicotera e Tropea e del contributo delle figure femminili nella chiesa locale. Ha iniziato il suo excursus ricordando una poetessa del sedicesimo secolo, Anna Marta Edvige Pittarelli, che nata e morta a Francica, operò anche a Salerno, Napoli e Bisignano. Di lei si occuparono Croce, Villari, Galati e Gambino e alcune delle sue poesie sono state riscoperte da Pititto all’inizio del 900. Pittarelli era una monaca di casa e apparteneva alle terziarie dell’ordine domenicano. A quei tempi, ha proseguito mons. Ramondino, il fenomeno delle religiose in casa era molto vasto in tutto il meridione ed è un capitolo della storia della chiesa antica e moderna al femminile. Si tratta di donne che hanno avuto una consacrazione laicale restando nei loro ambienti. Nel tempo, sono nati gli istituti secolari e ne ha elencato alcuni. Quindi si è soffermato su figure femminili che, a partire dal 900, sono state importanti nella chiesa con il loro impegno, come Irma Scrugli, e poi ha parlato della beata Barelli e della sua forza carismatica nelle sue tante opere sociali.

La parola è passata a don Francesco Sicari, fratello maggiore dei sacerdoti oblati che, soffermandosi sul tema del convegno, ha sottolineato che don Mottola e Barelli sono due figure da prendere ad esempio, come lo stesso giovane beato Carlo Acutis, molto vicino a noi e che, dunque, può essere definito un influencer di Dio. Ha citato anche santa Giovanna Beretta Molla. Figure che hanno dimostrato con il loro esempio che è possibile vivere il vangelo imitando Cristo fino in fondo.

Ha concluso gli interventi Beatrice Lento presidente di Sos Korai, che ha messo a confronto Barelli, Irma Scrugli e la sindachessa Lidya Toraldo Serra. Tre donne, una milanese e due calabresi, che hanno sentito il bisogno di riversare il loro impegno nel campo della fede, della religiosità, rimanendo ancorate alla realtà temporale.

About Vittoria

Docente di Materie letterarie presso il Liceo Scientifico "Berto" di Vibo Valentia. Vivo a Tropea, splendida cittadina che si affaccia sul mar Tirreno. Sono giornalista pubblicista.

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