Ricordando Giuseppe Lo Cane

TROPEA – Ci piace ricordare, oggi, Giuseppe Lo Cane, il professore di storia e filosofia che fece innamorare diverse generazioni del pensiero di Pasquale Galluppi. Lo ricordiamo oggi perché cade il quindicesimo anniversario della sua morte. Nato a Drapia il 23 ottobre del 1925, si laureò in Filosofia all’Università di Messina nel 1950, insegnando poi storia e filosofia nei licei statali fino ad approdare al locale liceo Galluppi.

Oltre all’insegnamento, partecipò sempre ai seminari sul pensiero filosofico e sulla storia dei sistemi filosofici. Pubblicò su quotidiani e riviste scritti di carattere letterario, storico e filosofico. Fu presente in molti convegni e congressi filosofici, lasciando sempre il suo prezioso contributo sui fondamenti della filosofia rosminiana, o di Pasquale Galluppi, il cui pensiero elaborò a lungo.

Pubblicò diverse opere tra cui “Il soggetto storico della rivoluzione”, nelle cui pagine, il giornalista Giuseppe Neri, nel 1983, affermò di trovare «l’uomo e l’amico filosofico».

Sue sono anche le opere “Francesco Fiorentino e la tradizione del pensiero politico-filosofico del Meridione”, “Pasquale Galluppi. La filosofia della matematica”, “Pasquale Galluppi. Elementi di filosofia”, altri scritti ancora. Per la divulgazione del pensiero galluppiano, Lo Cane s’impegnò tanto, anche con il  “Centro studi galluppiani”.

Ma il suo impegno nella vita, è andato oltre il suo essere professore di storia e filosofia, perché ogni suo gesto, ogni sua parola erano misurati e sempre rivolti al bene.

Fu molto vicino a don Francesco Mottola condividendo i messaggi di vita. Del venerabile Lo Cane scrisse «L’attualità del messaggio di Don Mottola, contenuto nella sua stessa vita, oltre che nel suo pensiero, può essere indicato, in modo particolare, nel riferimento alla verità sull’uomo, alla sofferenza e alla questione sociale».  Quindi entrò a far parte della famiglia Oblata, divenendo Fratello Maggiore. In seguito entrò nella Fondazione don Mottola e fu anche un Ascritto del beato Rosmini. In seno alla fondazione don Mottola fondò il giornale “Il Bene”.

Sostenuto da una fede incrollabile, il professore Lo Cane cercò anche di stare accanto ai giovani, per aiutarli nel cammino, e riuscì a trovare un equilibrio di vita tra corpo e anima, materia e spirito, ricercando sempre il bene, unica strada da percorrere senza esitazione. Nel suo diario egli scrisse «Il bene che ciascuno compie ha di volta in volta una rilevanza cosmica e si risolve in benedizione del mondo. Ogni azione buona è un arricchimento per tutta l’umanità, anzi è atto d’immedesimazione con tutti gli uomini»

Giuseppe Lo Cane, morto il 15 dicembre del 2003, quindici anni or sono, condusse la sua vita nello studio, nella preghiera, nel bene. Di Lui disse don Domenico Pantano «Peppino fu cristiano convinto,  non di semplice adesione alla fede,  ma logico nelle sue conseguenze.  Fu “uomo di fede”  nella vita privata, nella vita pubblica, politica e sociale».

Tutti coloro che lo conobbero, lo ricordano ancora con affetto. E in questo giorno, a quindici anni dalla sua morte, vogliamo riportare uno dei suoi pensieri «Portiamo in salvo l’essenziale,  che è il significato della vita. Il significato del valore della persona umana. Portiamo in salvo l’essenziale.  Perché è proprio questo che è in pericolo oggi. Portiamo in salvo questo grande valore  che significa rispetto per la persona umana». Grazie Professore.

Vittoria Saccà

About Vittoria

Docente di Materie letterarie presso il Liceo Scientifico "Berto" di Vibo Valentia. Vivo a Tropea, splendida cittadina che si affaccia sul mar Tirreno. Sono giornalista pubblicista.

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