La vita di Federica in un film

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La vicenda della giovane Federica Monteleone è destinata a rimanere per sempre nella memoria di tutti gli italiani. Perché una vicenda così non si può dimenticare. Tra qualche giorno saranno trascorsi due anni da quel 19 gennaio del 2007, quando dall’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia si alzò una bufera che ancora imperversa violenta. E a distanza di due anni, non sono ancora chiare quelle stramaledette ore che portarono Federica Monteleone ad entrare in coma dopo un’operazione di appendicectomia.
E’ ancora tutto nitido, invece, quel periodo, nella mente di chi ha conosciuto Federica. Anche tutti i giorni che seguirono al suo trasporto presso l’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, fino al 26, quando, alle ore 10.30, venne divulgata la notizia che la giovane fanciulla era morta. Morta nel momento in cui tutti i suoi compagni di classe, la sua docente di lettere e l’allora preside Fiorenzo Restuccia, entravano nel cortile per accedere dal pronto soccorso alla rianimazione.
Ma lì dentro non ci mise piede nessuno di loro, specialmente i compagni che fino a quel momento avevano sperato e sognato di accarezzarla, di sussurrarle parole affettuose, magari di vederla anche sorridere e di riportarsela in classe. Per tutto quel cortile, invece, piansero lacrime di fuoco, tra i singhiozzi e l’incredulità che la loro compagna prediletta non era più tra loro.
Leggere sul quotidiano di ieri che Federica, quel 26 gennaio, forse non era ancora clinicamente morta, suona come una nota ancora più stonata su tutta questa stridula vicenda che a volte sembra snodarsi all’interno di un labirinto da dove sembrerebbe quasi impossibile trovare la via verso la verità. Quel che rimane immutato, è il dolore per la sua immatura perdita. Quella di una giovane ragazza piena di gioia di vivere e con tanti sogni nel cassetto. Il giornalismo, la danza, la ricerca. Sogni svaniti nell’alto dei cieli insieme ai tanti palloncini che la salutarono nel giorno del suo funerale.
Due anni. E ancora Federica non può riposare nella sua nuova casetta rosa ed essere ricordata per quella che realmente era. Dolce, tenera, altruista, con sani principi, con tanta voglia di crescere in sapere e in sapienza, con tanti disegni da voler realizzare per il suo futuro.
Nasce da questo desiderio, ovvero di poter ricordare la giovane ragazza per quella che era, l’idea di realizzare un film sulla sua breve ma intensa vita. Fu per questo che chi scrive, contattò la regista romana Donatella Baglivo durante il Tropea film festival. Le parlò di Federica e le fece dono del libro “Federica per la vita” dove è raccontata la vicenda.
La regista, persona che esprime nel suo lavoro tutta la sensibilità che ha dentro si sé, ha dato la sua disponibilità a realizzare un lungometraggio perché “da quanto ho letto tra le pagine del libro,- ha dichiarato – Federica era una giovane ragazza con tanti principi sani che possono diventare punto di riferimento per tutta la gioventù”. Il lungometraggio sarà realizzato dalla società Ciak2000 s.r.l. con sede a Roma, ed ha il titolo provvisorio tratto da uno degli articoli giornalistici del tempo che il libro riporta, ovvero “Federica è andata via”. Le riprese avranno inizio presumibilmente il 20 gennaio, giorno in cui inizierà il processo a carico degli indagati per la morte di Federica.
Naturalmente, per poter dare l’avvio alle riprese, sono necessari permessi ed anche finanziamenti che si spera arrivino al più presto.
Vittoria Saccà

About Vittoria

Docente di Materie letterarie presso il Liceo Scientifico "Berto" di Vibo Valentia. Vivo a Tropea, splendida cittadina che si affaccia sul mar Tirreno. Sono giornalista pubblicista.

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