IL BAMBINO GOLOSO

il-sogno-di-volare-L-OAbpo6C’era una volta un bambino di nome Luca. Era goloso, ma così goloso che niente poteva passargli sotto il naso senza che in bocca non gli spuntasse l’acquolina.

Era diventato una cosa impossibile! I suoi occhi diventavano lucidi nel vedere le merendine, i  panini  o  le cioccolate  che  i  suoi  compagni addentavano!

Infatti, dopo aver mangiato la sua merenda, cominciava ad inseguire i compagni e un pezzetto ad uno, un pezzetto all’altro, racimolava qualche altra cosetta da mettere sotto i denti.

Ciò che la mamma gli preparava, non gli bastava mai! Non per nulla aveva due belle guanciotte rosse rosse e un bel pancino rotondo!

Successe che un bel giorno, proprio quel bel pancino, si gonfiò, si gonfiò e si gonfiò!

Si gonfiò talmente tanto che Luca non riusciva  a tenere i piedi attaccati in terra e infatti cominciò a sollevarsi e a salire in alto, in alto, sempre più in alto, fino ad arrivare in cielo.

Chiedeva disperatamente aiuto: «Aiuto, qualcuno mi salvi!» urlava. Ma nessuno poteva sentire la sua voce tanto era arrivato in alto!

Così, quando si rese conto che urlava all’aria, invece di lamentarsi cominciò a guardarsi intorno.

C’era un cielo bellissimo! Celeste come il colore dei suoi occhi, uccelli di ogni specie che volavano tranquilli e quando gli erano vicini, lo salutavano dicendo:

«Ciao, bel ragazzo!» 

«Ciao, occhioni belli!» 

«Ciao, bambino!»

Luca si stupiva del fatto che gli uccelli parlassero la sua stessa lingua perché non sapeva che quando si supera una certa altezza, si entra in un mondo fatato e tutti gli esseri viventi si capiscono!

Fu così che gli venne un’idea!

“E se chiedessi un passaggio a quel falco che mi sta venendo incontro?”

«Ehi, amico, mi faresti salire sulle tue piume per farmi ritornare a terra?» chiese appena gli fu vicino.

«Impossibile! Primo, perché sei pesante e io non riuscirei più a volare; secondo, se io mi posassi sulla terra, non ritornerei più a casa mia! Sai…gli uomini cacciatori… Tu, piuttosto, che ci fai qui tra noi?»

«Il fatto è – rispose Luca quasi vergognandosi – che ho approfittato troppo delle merendine e ne ho mangiate più del giusto!  Ma ora come farò a ritornare giù!» piagnucolò!

«Se proprio ci tieni a tornare giù, troveremo qualche soluzione!» rispose il falco che era anche il capo di tutti i volatili, e così riunì il consiglio degli anziani sulla nuvola bianca vicina alla cima del monte.

Prospettò il problema del bambino che stava volando nei cieli perché … aveva approfittato di roba dolce e del suo desiderio di ritornarsene a casa sua.

Ognuno di loro provò a trovare una soluzione.

«Gli buchiamo la pancia» disse uno, e il falco lo apostrofò:

«Ma che ti salta in mente! Gli faremmo del male in questa maniera!»

«Lo pialliamo come fanno i falegnami sulla terra e lo facciamo più piccolo, così volerà verso il basso!» disse un altro.

Anche per quest’altro, rampognate del grande capo: «Non hai proprio fantasia, caro mio! Questa non è una soluzione!»

«É meglio se chiamiamo il vento e lo preghiamo di spingerlo in basso con il suo soffio» suggerì un terzo.

Si arrovellarono i cervelli e dissero mille cose che si sarebbero potute fare, ma nessuna andava bene.

Intanto Luca volava e dall’alto guardava paesi, città, fiumi e laghi e il desiderio di rimettere i piedini sulla terra lo assaliva sempre più.

E fu verso sera che si decise cosa fare per riportare Luca tra gli Umani. Gli uccelli del cielo lo avrebbero accompagnato tutti quanti insieme fino al  campanile più alto della chiesa.

Così, le bestiole si compattarono tra loro costruendo un aero-mobile. Luca vi salì, si aggrappò alle loro piume e, finalmente, si sentiva trasportare verso terra.

Sul campanile, si salutarono.

«Ciao Luca – disse il falco – e d’ora in poi, non esagerare con le merendine. Mangia sempre tutto, perché devi crescere e diventare forte e bravo, ma tutto con moderazione!»

Beh, bambini! Non è vero che Luca si mise a volare perché aveva mangiato troppo, questo l’avevate intuito, però è vero che bisogna mangiare sempre tutto nella giusta quantità.

Vittoria Saccà

uccelli

About Vittoria

Docente di Materie letterarie presso il Liceo Scientifico "Berto" di Vibo Valentia. Vivo a Tropea, splendida cittadina che si affaccia sul mar Tirreno. Sono giornalista pubblicista.

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