Archivio Giornaliero: 15 Agosto 2014

“Fructus Terrae” una mostra del vino dalle sue origini ad oggi

mostraTROPEA – Inaugurata al Museo diocesano la Mostra dal titolo “Fructus Terrae”, ovvero una mostra del vino a Tropea dalle sue origini ad oggi. Prima dell’apertura ufficiale, un convegno sulla storia di questa antica quanto preziosa bevanda, è stato tenuto nello splendido giardino del seminario. Erano presenti il direttore del museo diocesano Don Ignazio Toraldo, Simonetta Bonomi della sopraintendenza per i beni archeologici della Calabria, Maria Teresa Iannelli del Museo Archeologico Nazionale di Vibo Valentia, Alberto Statti della Confagricoltura Calabria, Pasquale Costa dell’associazione culturale “Enotria” di Brattirò. Presenti, inoltre, gli assessori Maria Stella Vinci e Rosalia Rosalo, il consigliere Caterina Strano, nonché Mario Romano presidente di Confindustria Calabria Giovani Imprenditori che ha moderato gli interventi. Lo stesso ha  sottolineato che non possiamo avere idea del nostro presente se non conosciamo il nostro passato. Conoscerlo, è importante anche per costruire il nostro futuro. Ha aperto gli interventi don Ignazio Toraldo il quale ha spiegato le ragioni e le motivazioni di una mostra del vino in un museo diocesano, luogo deputato a conservare quanto è in grado di raccontare la vita dei nostri avi. Il vino è stato nei secoli un prezioso frutto della terra che ha dato lavoro e sostentamento alla popolazione. Ci sono molti reperti archeologici che raccontano le loro vicende. Anche Bonomi ha evidenziato come dai reperti custoditi nel museo si legge l’antica cultura del vino nelle nostre zone. Statti, invece, dopo aver salutato i presenti, ha sottolineato come nella città di Tropea sia presente l’essenza della cultura. Una città che non ha solo bellezze naturali, ma anche un popolo che porta sulle spalle la sua storia. Quindi ha parlato del vino, a partire dal 400, e di quanto era importante nella città di Tropea che divenne via via il centro commerciale più importante per tutta la Calabria. Si è quindi soffermato su Brattirò e sulle zone limitrofe, nonché sui valori legati alla medicina, per la quale il vino consentiva a molti di vivere. In Calabria, ha proseguito, negli ultimi tempi si era perso il giusto riconoscimento per questa bevanda, ma oggi, grazie alle nuove scoperte, i produttori si sono resi conto della sua importanza anche sotto l’aspetto turistico. Iannelli ha in seguito ricordato come il nome della Calabria era in origine Enotria e come, ancor prima dell’arrivo dei greci, vi fosse la cultura del vino per il quale venivano usate coppe ioniche. Ha ricordato anche il “vino eucaristico”. Dopo l’intervento di Costa, è stata aperta la mostra dove i visitatori, accompagnati da una guida specializzata, hanno potuto osservare le coppe antiche per il vino, le anfore che servivano per il suo trasporto, segno di una sua antica commercializzazione, tanti altri reperti. Importante sottolineare che i tanti pannelli attaccati alle pareti, raccontano in sintesi la storia del vino e nell’insieme si ha il senso dell’importanza della mostra stessa perché da essa si può risalire ai nostri avi che sul vino, “fructus terrae”, hanno costruito la loro vita. La manifestazione si è conclusa con una degustazione di vini. La mostra resterà aperta fino ad ottobre, nella speranza che siano in molti ad andarla a visitare per acquisire, come ha detto Romano, “conoscenza e competenza della nostra storia”.

Vittoria Saccà