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Ma l’ospedale di Tropea, è una scatola vuota?

TROPEA –  Nei locali della biblioteca comunale si è svolto un interessante incontro organizzato dall’associazione Parte Attiva, presieduta da Caterina Forelli, anche presidente della sezione Avis cittadina. La stessa ha introdotto i lavori insieme a Saverio Ciccarelli, avvocato e giornalista, nonché direttore del mensileLa Piazzache ha moderato gli interventi, e Serafino Pantano. L’incontro è stato organizzato per ragionare insieme sul perché, quanto attuato dal piano di rientro della Regione Calabria che prevede l’ospedale di Tropea come ospedale generale, non viene ancora  attuato. Comunque, come sottolineato, non era diretto verso i commissari Asp, né aveva alcun taglio politico. Ma semplicemente lo scopo di chiedersi perché gli interventi messi in atto dall’Asp e avallati dalla Regione Calabria, anziché potenziare le risorse umane dell’ospedale, le hanno drasticamente ridotte. Erano presenti i sindaci di Drapia Alessandro Porcelli, di Zambrone Pasquale Landro, di Spilinga Franco Barbalace anche ex presidente del distretto sanitario di Tropea, il vice sindaco del comune di Tropea Massimo L’Andolina, l’assessore alla sanità Mario Sammartino, l’assessore al comune di Parghelia Anna Sambiase e consigliere Romina Loiacono, i consiglieri provinciali Giuseppe Rodolico e Nino Macrì. Registrata l’assenza del comune di Ricadi e dei commissari Asp. L’incontro, ha detto Forelli nel suo intervento d’apertura  “vuole essere un punto di partenza per parlare di cose che ci riguardano, da ciò dovranno scaturire iniziative e manifestazioni per far sentire la voce di questo territorio presso chi deve decidere”. E’ quindi intervenuto L’Andolina ricordando che la crisi nella medicina a Tropea ed i problemi strutturali che la riguardano nascono da tempo. “Abbiamo avuto diversi incontri durante l’estate per capire cosa volessero fare i Commissari dell’Asp. I quali hanno detto che il loro compito è quello di rendere l’ospedale di Tropea, ospedale generale; ma vi sono state due delibere che hanno aumentato il rischio sanitario per il nostro ospedale”. Per quanto riguarda la chiusura della sala operatoria, ha proseguito, è stato chiaro che il problema era politico e che di fatto non c’è la volontà politica della regione Calabria. Va realizzata una protesta civile perché sia realmente attuato il decreto n. 18 del Presidente della Giunta regionale che renda operativo l’ospedale generale. Barbalace ha ringraziato i soci di Parte attiva perché hanno dato vita ad un incontro che parte dal basso ed ha ricordato di essersi dimesso da presidente del Distretto sanitario per lasciare spazio ad un rappresentante del Comune di Tropea. “Invito il vice Sindaco di Tropea – ha aggiunto – a prendere l’iniziativa per dare più forza al distretto di Tropea”. Il problema del personale insufficiente dovrà essere affrontato dalla Regione e non dai Commissari Asp. E’ quindi intervenuto Francesco Tripodi, responsabile del Reparto di chirurgia del p.o. di Tropea che ha richiamato tutti sulla necessità di vigilare da quando l’atto aziendale sarà approvato. “E’ importante stare vicini e mantenere l’attenzione su ciò che avviene”. Sammartino ha rimarcato come le scelte per l’ospedale di Tropea vengono prese da altri e subite dai cittadini. “Lanciamo un grido di dolore. Tropea deve avere una sanità di eccellenza”. Invece Landro, ha richiamato tutti all’impegno ed alla mobilitazione.  “La sanità appartiene a tutti noi – ha infatti detto – e dobbiamo fare una battaglia. Questo incontro non è stato organizzato dalla Conferenza dei Sindaci che al momento è zoppa. Abbiamo fatto delle proposte da inserire nel piano aziendale, se non verranno approvate si passerà ad azioni di lotta. Se l’atto aziendale non recepirà le nostre istanze dovremo manifestare assieme ai cittadini e impugnare l’atto”. Porcelli, nel suo intervento, ha rimarcato che i tagli economici vanno fatti sugli sprechi e non sull’utenza. “Non è corretto accorpare tutto a Vibo Valentia, dove c’è un ospedale congestionato. L’atto aziendale così com’è non va approvato. L’ospedale di Tropea è moriente”. Rodolico, invece, ha affermato che  “Forse siamo in ritardo. E’ un momento particolare perché la gestione commissariale si è resa necessaria per inquinamento mafioso. I commissari devono far rispettare la legge e questo stanno facendo. Le nostre istanze non vanno rivolte ai commissari, ma alla Regione Calabria che fa le scelte”. Una proposta particolare è giunta da Francesco Rotolo, aderente ad un comitato cittadino per l’ospedale. Questi ha sottolineato che la gente vuole sapere. “A Tropea ci sono le professionalità che non vanno mortificate. Oggi abbiamo una struttura  a mezzo servizio, chiediamo personale e servizi. Propongo di mandare alla Regione Calabria le schede elettorali come forma di protesta”. Il problema, comunque, è solo uno e nessuno lo dice, ha dichiarato l’ex sindaco di Ricadi Domenico Laria, ”Vibo Valentia non vuole che l’ospedale di Tropea vada avanti”. L’incontro si è concluso con la decisione di costituire un Comitato unico permanente fra sindaci e cittadini per vigilare sull’atto aziendale e verificare se le proposte avanzate verranno accolte. In caso contrario, si procederà ad organizzare una manifestazione di protesta con i sindaci e le loro fasce tricolori in prima fila alla Regione Calabria.

Vittoria Saccà