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Antonio Razzi in visita a Tropea

razzi_tropea2TROPEA – Antonio Razzi ha fatto la sua prima passeggiata lungo il corso Vittorio Emanuele lasciandosi incantare, anche lui, dal colore e dall’odore della cipolla rossa che dai negozi fa sempre bella vista e ha lasciato farsi fotografare da chi, notandolo, non ha resistito a riprenderlo e a postare la sua immagine sui social. E lui ha lasciato fare, con sempre il suo largo sorriso sul volto e i suoi occhi attenti.

Perché l’ex senatore di Forza Italia è nella Perla del Tirreno per una breve vacanza ospite di Maurizio Talarico, il re delle cravatte, un altro calabrese doc che nel mondo trasporta i colori della terra di Calabria, che ispirano le creazioni, e le sue cravatte oggi sono indossate dalle personalità più importanti del mondo.

Incontriamo Razzi insieme a Talarico, l’imprenditore Domenico De Lorenzo e l’ex sindaco Giuseppe Rodolico.  Ed è un dilagare, il suo, in un ampio mare di ricordi della sua vita a cominciare da quando zappava la terra nel suo paese natale, San Giuliano Teatino, e poi all’età di 17 anni, si trovò costretto a lasciare il suo paese per poter sostenere la famiglia.

FB_IMG_1530882671528«Tropea l’ho conosciuta attraverso gli amici in Svizzera – prosegue –  che portavano le cipolle e anche la ‘nduja. E’ bella Tropea, tutta l’Italia è bella e più a sud si va più gente che danno affetto e calore si trova». Di Tropea ne apprezza le bellezze architettoniche e poi si sofferma sul suo libro  “Un senatore possibile” da poco dato alle stampe. «Perché ho fatto un libro? Perché le imitazioni di Crozza mi hanno fatto fare brutte figure». Di strafalcioni, aggiunge, «se ne sentono tanti anche in Parlamento e da persone dalle quali neanche te li aspetti perché laureate».  Fa il nome di qualcuno e prosegue «io non ho potuto continuare gli studi; quando rientravo da scuola c’era ad  aspettarmi la zappa dietro la porta. I congiuntivi, poi, non li sanno usare neanche Di Maio e Di Battista» e sorride.

Nel libro “Un senatore possibile” racconta la sua vita di emigrante dove ha pubblicato la prima sua foto, quella del passaporto, ripercorrendo quei periodi quando, nel 1954, per poter guardare la Tv nei locali pubblici, bisognava consumare almeno una gassosa «e poi si andava via perché per poter continuare a guardarla si doveva consumare altro, ma non avevamo più soldi».

E nell’ascoltarlo, si fa sempre più avanti un altro Antonio Razzi, quello che in Tv non abbiamo mai visto, e che invece svolge il ruolo di politico con cuore e, tra l’altro, fa molte opere di beneficenza. Un Razzi che dà una mano ad Antonio Di Pietro per la sua Italia dei valori, là in Svizzera e che poi, per poter completare la lista da presentare, aggiunge il suo nome per poterla completare. Un gesto che lo porterà, invece, a varcare le porte del Parlamento e ad aprire per lui un nuovo capitolo di vita, quello che lo vedrà parlamentare.

Da operaio tessile, nel 2006 diviene membro della Camera dei Deputati. Prosegue la sua carriera politica ricoprendo il ruolo di Senatore nel 2013, con Forza Italia, in carica fino alle ultime elezioni.

Gli chiediamo perché, secondo lui, non sia stato ricandidato. «Per gelosie interne» risponde e non nasconde la sua amarezza per non poter continuare a offrire il suo impegno in questo campo. Il quadro politico odierno si presenta con il 60% di figure nuove alla politica e secondo il suo parere «i grillini, che sono bravi, mancano di esperienza. Ora ci stanno provando, magari ci riusciranno».

Si sofferma ancora sull’importanza di un’Europa unita «perché è grazie all’Europa se abbiamo 70 anni senza guerre» e poi non nasconde il suo orgoglio per quanto ha fatto nella sua politica estera, raccontando alcuni eventi per i quali vi è stato il suo intervento, in vari paesi. Ma soprattutto con la Corea del Nord ricordando le azioni relative al calcio e affermando, anche, di trovarsi a Tropea per essere da tramite con un gruppo di imprenditori asiatici disposti ad investire proprio nella città fulcro del turismo calabrese.

E proprio perché la città di Tropea è il perno sul quale fa leva il turismo dell’intera regione, Talarico interviene sottolineando che il governo regionale avrebbe dovuto investire molto su questa città, mentre invece non è stato nominato neanche un assessore al turismo.

Ma la città si trova sotto la guida di una terna commissariale perché il Consiglio comunale è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. E Razzi evidenzia come la legge in merito andrebbe rivista perché proprio quella persona che è al suo fianco, Giuseppe Rodolico, oltre ad essere un medico di alto spessore professionale nel suo campo, è una persona su cui non vi sono ombre ed è candidabile.

Così, accetta la sfida di candidarsi a sindaco di Tropea che gli viene lanciata dai presenti, ma con Rodolico al suo fianco. Da parte sua, Rodolico, lo ringrazia così come ringrazia Talarico e De Lorenzo. Ad ogni modo, Razzi, corteggiato dalla Lega di Salvini, per il ruolo che ha svolto nella politica estera, probabilmente sarà rivalutato a livello di elezioni europee.  

Vittoria Saccà