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Anche Libera Vibo alla manifestazione per dire no al decreto 106

Foto di Tania Ruffa

TROPEA – Tra le cinquemila persone che si sono riuniti alla marcia di protesta, che dall’ospedale civile ha raggiunto piazza Vittorio Veneto, c’erano anche loro, rappresentanti e soci del coordinamento provinciale di Libera Vibo Valentia, l’associazione contro “nomi e numeri di tutte le mafie”. Anche loro insieme a tanti, per dire no al decreto 106 emanato dalla Regione Calabria con il quale si andrà a chiudere il reparto di Oncologia esistente presso il nosocomio cittadino. E non sono passati inosservati. Così come non è stato per le tante altre associazioni che hanno sfilato con i loro striscioni,la Fidapa, il Centro di solidarietà don Mottola, le Chiazzarole di Tropea, Insieme per, tutte le associazioni della Consulta. Impossibile nominarle tutte negli articoli di cronaca immediatamente successivi all’evento, per motivi di spazio sulla carta stampata. Torniamo adesso, anche per sottolineare che la manifestazione ha avuto un’ottima riuscita proprio per la partecipazione corale di politici, sindacati, associazioni e cittadini di ogni età, dai bimbi più piccoli accompagnati dalle loro mamme, agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, ai nostri giovani, come anche quelli dell’M.G.I. con il loro chiarissimo “Mo’ basta”. Per ricordare che il problema è ancora vivo. E c’erano anche loro, come scrivono in un documento, i responsabili del coordinamento provinciale di Libera Vibo Valentia  “per gridare no alla chiusura del reparto di oncologia, per gridare il nostro no ai tagli fatti senza preoccuparsi del diritto alla salute di tutti i cittadini. A quella marcia c’eravamo anche noi, noi di Libera Vibo, con i nostri ragazzi e le loro magliette azzurre come il cielo di quella mattina, i nostri giovani ed i nostri anziani che in quel reparto di oncologia che ora vorrebbero chiudere sono andati tantissime volte per sostenere i propri cari. Tra gli striscioni, le strisce tricolori, i cartelloni e i palloncini c’era anche il nostro striscione, lo striscione di Libera Vibo Associazioni, nomi e numeri contro la mafia perché calpestare i diritti dei cittadini, sacrificare la tutela del malato in nome di non si sa quale ‘buona politica’ è un atto criminale, è la richiesta di una pesante  tangente rivolta alla società e soprattutto alle fasce più deboli della società. A quella marcia – proseguono nel loro documento – c’eravamo per stare vicini a quei giovani che spesso ci hanno chiesto di incontrarli per la voglia di capire cosa si può fare per migliorare il territorio ed abbiamo gioito quando li abbiamo sentiti urlare la loro presa di posizione forte e decisa contro la politica della lagnanza e contro i favoritismi individuali”. Secondo il pensiero del comitato preposto alla difesa dell’ospedale, la manifestazione di sabato scorso è stata solo l’inizio perché non bisogna fermarsi a chiedere a gran forza quello che è un diritto di tutti, la salute. La protesta, affermano, non si fermerà fin tanto che, dalla Regione, non arriva la notizia che è stato scritto “Nero su bianco”, ovvero che l’ospedale tropeano avrà garantito tutto ciò che gli compete essendo stato già catalogato come ospedale generale e che l’U.O. di Oncologia riavrà i suoi otto posti letto, essendo, tra l’latro, l’unico servizio nella provincia. Alle assicurazioni giunte dall’alto che l’oncologia non chiuderà, pare non ci creda più nessuno. Si vuole certezza. Quindi la cancellazione del decreto 106. Intanto procede la raccolta firme e tutta la città è in attesa.

Vittoria Saccà

ONCOLOGIA A TROPEA – SERVE UN URGENTE TAVOLO COMUNE CON IL PRESIDENTE DELLA REGIONE GIUSEPPE SCOPELLITI

 Calabria   CONFEDERAZIONE ITALIANA SINDACATO AUTONOMO LAVORATORI Via Luigi Razza,66 Tel e fax 0963.43054 89900 Vibo Valentia Vibo Valentia, 02.11.2011 Segreteria Provinciale Comunicato Stampa ONCOLOGIA A  TROPEA, PER LA CISAL SERVE UN URGENTE TAVOLO COMUNE CON  IL PRESIDENTE DELLA REGIONE … Per saperne di più