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Presentato il libro di Bruno Cimino

WP_20170105_17_28_47_ProTROPEA – Presentato il libro di Bruno Cimino, dal titolo “I cosi, quandu si cùntunu, pàrunu nenti – Le disgrazie, quando si raccontano, sembrano niente”, presso la sala convegni di Palazzo Santa Chiara in Largo Ruffa. Alla manifestazione erano presenti la giornalista Bruna Fiorentino e l’editore del volume Giuseppe Meligrana. Questi ha ricordato i dieci anni della nascita della sua casa editrice e la stretta collaborazione con Cimino che, autore di altre opere, l’ha preferita ad altre. Si è soffermato quindi sul libro mettendo in evidenza la grande cura a cui è stato sottoposto dall’autore, specie nella versione in vernacolo. Parti della storia narrata sono state lette con maestria da Franco Cimino, fratello dell’autore, e dalla bravissima attrice Maria Grazia Teramo, impreziosite ulteriormente dalla proiezione di alcuni filmati curati da Domenico Stella e con brani musicali del maestro Vincenzo Laganà.

Del libro ha parlato lo scrittore e poeta Pasquale De Luca, per il quale, “è un libro pieno di affetti, di umanità. Un libro pieno d’amore”. È proprio questo sentimento, ha aggiunto De Luca, che ha spinto l’autore a mettere per iscritto un fatto che sicuramente in quasi tutte le famiglie tropeane è avvenuto: il bisogno, la povertà, la disperazione. Un amore WP_20170105_17_20_46_Pro (2)che Bruno Cimino riversa per intero nella lingua e nella parola, ed è per questo che il relatore l’ha definita “un’opera unica e originale”.  De Luca, quindi, ha messo in evidenza “la bellezza della lingua parlata, della lingua imparata dalla bocca della mamma, a differenza della lingua ufficializzata insegnata a scuola sui libri di grammatica” dando merito all’autore per “aver raccontato nello stesso libro la stessa storia con due lingue diverse in un confronto espressivo-musicale che sicuramente lo ha impegnato molto, per molto tempo”. Infatti, ha aggiunto, mentre è facile scrivere o parlare in italiano una volta acquisite le più elementari conoscenze grammaticali, così com’è facile parlare in dialetto, diventa difficile scrivere in dialetto per due motivi: “uno, perché non c’è una grafia codificata; due, perché non ci sono regole grammaticali sicure; e poi i dialetti sono geograficamente limitati, continuamente contaminati e volgono all’estinzione, le stesse parole a volte non sono sempre uguali”.

Ha quindi preso la parola Bruno Cimino che, dopo aver ringraziato i presenti, tra l’altro ha ricordato l’evento che l’ha spinto a scrivere e realizzare il mediometraggio drammatico “Non per tutti è Natale” nel 2005, ripercorrendo, sommariamente, le sue tante vicende letterarie nelle quali la città di Tropea è l’indiscussa protagonista. A Bruno Cimino, giornalista, regista, cineoperatore, scrittore e poeta, autore di tante altre opere letterarie, va anche il merito di aver fondato e presieduto per alcuni anni la biennale cinematografica “Tropea Film Festival”, che ha portato in città personaggi di alto spessore del cinema e del teatro.

Vittoria Saccà