“Oltre il velo – Le donne migranti”, conversazione organizzata dal Sovrano Militare Ordine di Malta e dal Cisom

colonnello-pasquale-romanoTROPEA – Una particolare conversazione si è tenuta nella sala conferenze del museo diocesano. Si è parlato delle donne migranti, viste attraverso le esperienze del Cisom e delle attività svolte dal Sovrano Militare Ordine di Malta.

Ai presenti, i saluti di Antonio di Tocco, delegato della delegazione tropeana del Sovrano Ordine di Malta, il quale, tra l’altro, ha affermato che dietro il velo delle donne migranti vi è una storia fatta di coraggio nella ricerca di un futuro migliore, ma anche di dolore. Bisogna cercare di comprendere le donne migranti che quando sbarcano sono tristi mentre stringono i loro figli. L’Ordine di Malta, all’interno del suo statuto,  ha  proprio l’impegno nei confronti di  queste donne.

Il colonnello Pasquale Romano, coordinatore del raggruppamento Calabria del Cisom (Corpo italiano soccorso Ordine di Malta), ha poi introdotto i lavori parlando delle attività che il Cisom svolge a favore di tutte queste popolazioni che vanno in cerca di un mondo migliore, quindi dei loro interventi sulle navi della guardia costiera, in particolare a Lampedusa. Presente un gruppo di volontari Cisom, sono state ascoltate alcune loro esperienze. Particolare è stato il racconto di un salvataggio con il mare forza dieci, in balia delle onde altissime per 36 ore, con il freddo tagliente.  Davanti ai loro occhi, sono apparsi bambini scalzi, con abbigliamenti leggeri, uomini e donne in attesa. Molti di loro non avevano mai visto il mare. Ma ciò che  ha maggiormente colpito i volontari del Cisom, sono stati i loro occhi e le loro mani. Come non accoglierli! E poi è stato proiettato un video con alcune operazioni di salvataggio.

La parola è passata a Francesca Nacci, Caunselor filosofico per la quale bisogna riuscire ad accogliere tutte queste donne, andando oltre quel “velo”. Di loro, e dei disagi che vivono nel paese d’accoglienza,  si parla poco.

Quindi si è soffermata sul flusso più consistente di migrazione femminile che è quello delle Filippine; da lì, le donne vengono a trovare lavoro come badanti, così come le donne dell’Europa dell’Est. Abbandonano la loro terra e la loro famiglia ed è quindi naturale che vivano grandi disagi.  Inoltre, la maggior parte di loro possiede un titolo di studio, per cui vengono discriminate sia come donne che come professioniste. Succede anche che, oggi, vi è il fenomeno del ricongiungimento dei mariti alle mogli. Da non dimenticare che, purtroppo,  c’è anche il triste mercato della prostituzione. La Nacci ha parlato delle donne africane e della loro cultura, di tanto altro soffermandosi anche sui progetti che si potrebbero mettere a punto per aiutarle nell’affrontare le differenze con il nuovo paese. Per poter fare ciò, è importante conoscere la realtà delle donne immigrate, perché è attraverso loro che “si  giocherà la riuscita di una integrazione tra culture, in cui ognuno cresca e si arricchisca attraverso le differenze dell’altro: una scommessa per un futuro che è già il nostro necessario presente”. A tal proposito, il colonnello Romano ha informato che il Malteser International, ovvero l’agenzia di soccorso internazionale dell’Ordine di Malta, il 21 marzo ha partecipato alla 61.ma sessione della Commissione sulla condizione delle donne, che si è svola presso le Nazioni Unite.

Vittori Saccà

About Vittoria

Docente di Materie letterarie presso il Liceo Scientifico "Berto" di Vibo Valentia. Vivo a Tropea, splendida cittadina che si affaccia sul mar Tirreno. Sono giornalista pubblicista.

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