I “No” che aiutano a crescere, convegno psicopedagogico realizzato dall’Inner Wheel

WP_20170128_18_46_22_ProTROPEA – Presso la chiesa di S. Chiara, si è svolto un interessante convegno psicopedagogico organizzato dal club Inner Wheel presieduto pro tempore da Marilena Carone. A discutere sul tema sono state la pedagogista Antonella Pinzone, la dirigente dell’istituto comprensivo don Francesco Mottola Tiziana Furlano e la dirigente dell’istituto superiore Beatrice Lento.

Ad introdurre i lavori è stata la stessa presidente del club. Dopo i saluti istituzionali, compresi quelli del presidente della consulta delle associazioni Ottavio Scrugli, ha preso la parola la dottoressa Pinzone che, interagendo con il pubblico e con la proiezione di immagini, è entrata nel vivo dell’argomento.

“Il passero ubriaco trova amare anche le ciliegie”, ha esordito, e questo avviene quando ai figli si dà tutto senza che loro compiano alcun sacrificio. Ai figli, ha aggiunto, bisogna dare informazioni adeguate ai tempi. Si è quindi soffermata sulla famiglia che, in alcune pubblicità, è sempre felice, tipo famiglia del Mulino bianco, ma che è un’utopia. Perché esistono anche i conflitti e sono proprio questi che aiutano a far crescere i figli. Sulla figura del padre, ha fatto un distinguo tra autoritarismo, come era un tempo quando il padre decideva tutto, e autorevolezza che è invece quella che serve. Oggi si mette spesso il figlio al centro come se genitori e figli dovessero stare sullo stesso piano con la connessa difficoltà di dire “no” per paura di generare conflitti e scatenare la solitudine. Ma il conflitto, ha aggiunto Pinzone, fa comprendere i limiti e aiuta a capire anche l’altra persona. Va pertanto detto e motivato. Bisogna, infatti, dire di no alle mode, al servizio, no alle continue richieste cercando di distinguere il desiderio dal capriccio. Certo, il no è rapportato alle diverse fasi di crescita fino a raggiungere il periodo delle regole che devono essere poche ma buone. I no, ha aggiunto la pedagogista, che nel periodo dell’adolescenza vanno negoziati, sono come anticorpi nelle varie vicende della vita.

La dirigente Furlano si è soffermata sul ruolo della scuola partendo da un assunto, ossia che la professione dei docenti è soprattutto “etica”. Spesso si trovano di fronte a genitori che spianano la strada ai propri figli e non si rendono conto che li danneggiano. Quindi ha parlato delle tre fasce di età degli alunni che frequentano l’istituto comprensivo, dove i docenti affrontano tre situazioni diverse, dal distacco dai genitori nella scuola dell’infanzia, alla preadolescenza. Ad ogni modo, bisogna insegnare il rispetto delle regole e degli altri, facendo comprendere che l’adulto è sempre pronto ad ascoltare perché i ragazzi, in un tempo in cui la crisi di valori esiste, hanno bisogno degli adulti e sentirli vicini.

La dirigente Lento si è poi soffermata sulla fragilità della famiglia, oggi, frutto di una società  liquida, sovraccarica di impegni con ruoli dei genitori spesso non supportati per cui si sentono in colpa di fronte ai figli; vi è una comunicazione emotiva interrotta alla nascita che si vuole riconquistare. Ci vuole autorevolezza, ha rimarcato, senza questa non ci può essere educazione, evidenziando che è una degenerazione l’intendere il rapporto genitori/figli come genitori/amici.

Ha quindi parlato di due forme sbagliate dell’amore, quello latino che è possesso egoistico, e quello glaciale, con il quale s’intende il figlio come un fratello. Per Lento, non bisogna evitare il dolore né, tanto meno ricorrere al “condono educativo”. E’ un atteggiamento sbagliato togliere le difficoltà dalla strada dei figli, perché sono esperienze che li fortificano. I “No”, pertanto, aiutano a crescere bene.

Vittoria Saccà

About Vittoria

Docente di Materie letterarie presso il Liceo Scientifico "Berto" di Vibo Valentia. Vivo a Tropea, splendida cittadina che si affaccia sul mar Tirreno. Sono giornalista pubblicista.

Lascia un commento