Il ponte sullo stretto come il ponte dell’arcobaleno

ponte-stretto-messina-caratteristiche-operaNelle Sacre Scritture l’arcobaleno è il segno dell’alleanza tra Dio e la terra, quindi con l’uomo. Un insieme di colori splendidi che si inarcano nel cielo e vanno da un punto all’altro unendo tra loro luoghi  lontani come un ponte sul quale camminare per raggiungere nuvole e sogni.

A quel ponte di luce colorata, che si forma soprattutto al finir della pioggia e allo splendere del  sole tra le nubi, mi viene da associare il ponte sullo stretto di Messina.

Erano gli anni 70 quando ne ho sentito parlare per la prima volta e ricordo come fosse ora, quante fantasie correvano in noi giovani di allora. Studenti all’università di Messina e senza patente ancora, sognavamo di scorrazzare su quel ponte, per raggiungere i luoghi di studio, con le nostre nuove macchine fiammanti. Salvo, invece, terminare gli studi universitari, tra una traversata sui traghetti e l’altra, e l’immancabile arancino che ci compravamo come un rituale da rispettare.

Ricordo anche le due pagine di un quotidiano che riportavano a tutto campo il disegno del progetto  che conservai per lungo tempo come una reliquia.  Poi del ponte non se ne parlò più, e noi giovani di allora ce ne dimenticammo.

Ma il ponte sullo stretto sembra essere diventato una specie di arcobaleno con il quale cercare di siglare alleanze tra i Governanti e il popolo.

A momenti alterni viene tirato fuori dal cassetto: “Faremo il ponte sullo stretto”. E si aprono le danze, danze di parole che fluttuando su uno stanco pentagramma, oramai stonato, suonano la stessa musica; da una parte  “Ponte si”, dall’altra “Ponte no!”

Sembra quasi che il ponte sullo stretto sia un asso nella manica da tirar fuori all’occorrenza, non invece una soluzione speciale per unire il continente alla Sicilia e accorciare le distanze, rendendo più snello il percorso. E lo associo al ponte dell’arcobaleno che spunta ogni tanto nel cielo per far parlare l’uomo della bellezza del creato, e mettere tutti d’accordo sul fatto che Dio è un impareggiabile artista. Ponte colorato che poi sparisce per rispuntare in cielo chissà quando, chissà dove. Così come è sparita l’idea di costruire il ponte sullo stretto negli anni 70, per ritornare ogni tanto a riprendersi il primo posto nei discorsi generali, da sud a nord.

L’idea di un ponte sullo stretto, ad ogni modo, affonda le sue origini già nei tempi dell’antica Roma, quando pensarono, e forse realizzarono, un ponte di barche. Idea spesso accarezzata e soggetta a studi nel proseguire dei tempi, in un altalenare di progetti e approvazioni, gare di appalto, stanziamenti finanziari, apertura di cantieri, per poi  rimanere allo stesso punto.   

Personalmente, di questo ponte ne sento parlare quasi da mezzo secolo e mi chiedo da anni se si farà oppure no. Un dilemma che, ad ogni modo, non mi turba più di quanto non la faccia, invece, il problema che riguarda le infrastrutture. Si metteranno a posto le tante strade colabrodo della Calabria? Si potrà cancellare, finalmente, alla 106 il terribile marchio di strada della morte?

Una cosa è certa, fintanto che ci fermiamo alle parole senza che queste siano seguite dai fatti, tutto sarà simile al ponte dell’arcobaleno che, nonostante la sua bellezza e lo stupore che suscita, si dissolve nell’aria in tante bollicine che nessuno vede più.  Così come si sono dispersi i tanti progetti fatti per il ponte sullo stretto. Per dirla tutta, anche il premier Renzi ha lanciato la sua intenzione di riprendere il progetto del ponte, salvo poi la conseguente frase che “il ponte non è una priorità”, per cui, per adesso, meglio non parlarne anche se prima o poi rispunterà come il coniglio dal cilindro. Ma, dove non riesce ad arrivare l’uomo, con il tempo arriverà la natura. Se è vero che la Calabria, in tempi remoti, si staccò dalle Alpi per diventare questo “sfasciume pendulo sul mare”, come la definì Giustino Fortunato nel suo libro “La questione meridionale e la riforma tributaria” del  1904, è anche vero che verrà un tempo in cui Sicilia e Calabria si uniranno da soli perché la placca africana, affermano gli studiosi, si sposta verso nord e preme sull’Europa, e così, lo stretto di Messina sparirà e  non ci sarà più bisogno di ponti. Ma questo, a noi, non è concesso accertarlo!

Vittoria Saccà

About Vittoria

Docente di Materie letterarie presso il Liceo Scientifico "Berto" di Vibo Valentia. Vivo a Tropea, splendida cittadina che si affaccia sul mar Tirreno. Sono giornalista pubblicista.

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