Nicola Domenico Ventrice – Da Przemysil e Trabrennbahn

Giornata-della-memoria27 Gennaio- Giorno della memoria

Per ricordare questo giorno, prendiamo spunto da un libro nel quale è riportato il diario di un sottotenente di prima nomina durante la sua prigionia dal 1943 al 1944. Parliamo di Nicola Domenico Ventrice, classe 1921, nato a Pannaconi, una frazione di Cessaniti, oggi vivente nella città dove poi si è trasferito, Briatico.

Durante quei terribili momenti di assurda guerra, Nicola Domenico Ventrice, venne fatto prigioniero e passando per Przemysil e Trabrennbahn in Polonia, ogni tanto appuntava i suoi pensieri su fogli di carta. Pensieri che poi ha raccolto in un’agenda, lasciandoli lì, in un cassetto, come un periodo triste della sua vita da tenere conservato nel profondo del cuore. Scriveva l’11 settembre del ’43 “Son partito dal paesello nativo, anzitempo sul termine della licenza, per non cadere prigioniero degli Anglo-Americani, ed eccomi ora stupidamente in mano ai Tedeschi”. E nel suo cuore c’erano insieme “rabbia, avvilimento, smarrimento, senso d’impotenza” con il dubbio del domani divenuto incerto. Un giovane come tanti altri, in quel 1943, in balia di una follia umana senza rispetto né per la libertà, né tanto meno per la vita.

A trasformare in libro l’agenda di Ventrice, è stato il nipote Giuseppe Conocchiella perché ha ritenuto importante non privare tutti noi dei pensieri di “un uomo libero amante della propria Patria, fino a farsi prendere prigioniero, convinto “che il dovere è un valore irrinunciabile anche a costo della propria libertà e alcune volte fino al sacrificio estremo”.

Ventrice ce l’ha fatta a ritornare a casa, con il suo fardello di ricordi  e con la riaccesa speranza di una vita migliore.

Grazie a Conocchiella, quel suo periodo di prigionia raccontato attraverso un diario, parla alle nuove generazioni per ribadire ancora la crudeltà di quegli anni e la ferocia che si abbatté sull’essere umano, diventato in parte carnefice di se stesso e in parte vittima innocente. Il libro, “Da Pannaconi a Przemysil, Trabrennbahn e ritorno”, secondo le intenzioni di Conocchiella, vuole essere un omaggio anche a tutti quelli che come Ventrice, “dalla sofferenza personale, hanno saputo rinascere senza imbarbarirsi, restando uomini liberi scevri di malvagità e desiderio di vendetta, consci che il volere di Gesù Cristo è perdonare ed amare il prossimo sempre, senza se e senza ma, che l’odio e la vendetta non portano mai serenità e felicità”.

Vittoria Saccà

About Vittoria

Docente di Materie letterarie presso il Liceo Scientifico "Berto" di Vibo Valentia. Vivo a Tropea, splendida cittadina che si affaccia sul mar Tirreno. Sono giornalista pubblicista.

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