BILLI, IL GALLO SOGNATORE 

gallo-gagliardo-Billi era il gallo sognatore della fattoria del signor Gianni. Passava i suoi giorni a fare la guardia alle sue amiche gallinelle, a razzolare di qua e di là e a scandire le ore del tempo con i suoi chicchirichì che, certe volte però, a qualcuno non piacevano, e addirittura gli tirava contro qualche pietruzza.

«Taci, pennuto!» gli urlava.

Oppure:

«Stai zitto gallo da strapazzo! Ho voglia di dormire ancora un poco!»

Queste rampogne gli facevano male perché lui sognava, invece, di essere applaudito ad ogni suo chicchirichì, e magari sopra un immenso palcoscenico.

Ma aveva la grande fortuna di sognare e di inseguire i suoi sogni fino all’inverosimile.

«Mettiamo su una bella compagnia di spettacolo! – disse un giorno ai suoi compagni – Ce ne andiamo per il mondo a far divertire grandi e piccini. Miky la mucca, per esempio, potrebbe finalmente indossare quel tutù rosa che tiene nascosto e ballare;  il coniglietto rosso potrebbe prendersi la sua rivincita sui maghi e far uscire loro dai cappelli; l’asino canterebbe ai microfoni il suo pezzo preferito e poi, … poi. Che devo dirvi! Ognuno di noi potrebbe fare ciò che sogna da sempre. Voi due – continuò rivolto ai maialini – potreste tenere il fiato sospeso agli spettatori rotolandovi nelle vasche piene di fango».

I suoi amici, che fino a quel momento l’avevano ascoltato in silenzio, scoppiarono a ridere.

Quella che si sbellicava di più dalle risate era Miky:

«Ma vi immaginate me con il tutù rosa?! Ah, ah, ah! E mi vedete… ah, ah, ah… mentre ballo sulle punte e faccio le piroette! Miky la mucca ballerina! Bella, grossa  e patatina! Ah, ah, ah!»

A lei fece eco l’asino:

«Ed io che raglio a squarciagola e magari ballo il tip tap!»

«Certo! – rispose Billi – perché noi potremmo essere una compagnia di spettacolo speciale! Anche loro – disse indicando gli scarafaggi che assistevano muti da sotto la panca – potrebbero diventare un famoso gruppo musicale!»

«E perché no! – urlarono a quel punto le bestiole – e suoneremmo le chitarre elettriche o la batteria!» e cominciarono a rotolarsi per terra ridendo a più non posso.

Solo il coniglietto non rideva, perché l’idea di vendicarsi dei maghi lo allettava parecchio e già immaginava di tirarli tutti fuori, ad uno ad uno, da un cilindro nero, tenendoli per le orecchie!  Ma rimase serio solo per un po’, perché ben presto, anche per lui l’idea di Billi era piuttosto ridicola.

«Tu sogni troppo, bello mio! – gli disse –  a noi certe fantasie sono proibite. Siamo animali e tali resteremo. Meglio che ti rassegni a cantare i tuoi chicchirichì in questa fattoria e impari a scansare le pietre che ti tirano. E non ci riempire di frottole!»

Girò le spalle e si allontanò. Si allontanarono anche la mucca, l’asino, gli scarafaggi e i maialini, lasciando Billi solo e sconsolato.

«Se le vostre più grandi aspirazioni sono quelle di trasformarvi in bistecche e cotolette ed anche in mortadella – urlò Billi – accomodatevi pure! Chi non riesce a sognare è perduto! Io non voglio finire al forno coperto di rosmarino!»

Le risate dei suoi amici gli avevano fatto male. Gli rimbombavano nelle orecchie mentre pensava cosa fare.

«Me ne andrò via! – decise – Non voglio stare un minuto di più in questa fattoria».

Imboccò il cancello prendendo la strada per la città.

Cammina cammina, stava calando la sera. Ma pian piano il suo entusiasmo si affievoliva. Mille pensieri gli passavano per la mente e cominciava persino a diffidare dei suoi sogni.

«Meglio se torno indietro – si diceva quando rifletteva sul futuro incerto – e lascerò che mi trattino per quello che sono: un succulento pollo!»

Indeciso se proseguire o tornare indietro, gli vennero in mente le parole di un vecchio saggio: “Mai tornare indietro. La vita è sempre una nuova scoperta!”

Fu in quel momento che le sue orecchie furono raggiunte da un tintinnio di campanelli, da musiche e schiamazzi.

“Cos’è!” pensò tra sé. Si voltò e vide giungere da lontano una lunga carovana.

Si fermò al bordo della strada e aspettò che tutto arrivasse fino a lui.

Che meraviglia per i suoi occhi e le sue orecchie!

«Il circo! Evviva! Sta arrivando il circo in città!» urlò. L’allegria era già per l’aria.

«Ciao amicone! – gli urlò un leone che se ne stava affacciato al carrozzone con la sua criniera al vento – vuoi accomodarti tra i miei canini?»

«Ehi, bel galletto, come ti chiami?» gli domandò una zebra.

«Perché non vieni con noi?» gli disse, invece, una gallinella che se ne stava appollaiata sul davanzale di una roulotte.

Billi era confuso, agitato, felice.

«Oh, sì. Mi piacerebbe venire con voi!» rispose mentre la carovana gli passava davanti.

«Allora cammina!Accomodati!» tuonò l’elefante pacioccone e lo avvolse nella sua proboscide. Così, senza che se ne rendesse conto, il galletto sognatore si sentì sollevare da terra e si ritrovò dentro una delle carrozze.

Tutti gli animali gli fecero una grande festa di benvenuto.

Passarono i giorni ed era sempre più felice. Partecipava alla vita briosa del circo e assolveva al suo incarico principale con grande passione.

Tutte le mattine era il primo a svegliarsi e provava una grande gioia nell’ascoltare per una manciata di secondi il silenzio della notte che esplodeva in musica, suoni e voci allegre nel momento in cui lui, dall’alto del grande tendone circolare, petto in fuori e cresta alta, emetteva con fierezza le sue note di chicchirichì.

«Buongiorno, Billi».

«Bella voce, Billi».

«Grazie, Billi, per questo tuo canto al nuovo sole».

Si sentiva davvero orgoglioso di trasformare il silenzio in musica e di risvegliare i suoi amici alla vita, ogni giorno nascente in tutti i paesi del mondo.

I sogni, bambini, sono il sale della vita! Per questo bisogna inseguirli fino a quando non diventano realtà.

Vittoria Saccà

About Vittoria

Docente di Materie letterarie presso il Liceo Scientifico "Berto" di Vibo Valentia. Vivo a Tropea, splendida cittadina che si affaccia sul mar Tirreno. Sono giornalista pubblicista.

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