Vienna – Tropea

20180722_190952TROPEA – Organizzato dal Club per l’Unesco, presieduto da Giuseppe Maria Romano, in collaborazione con il club La Fenice, si è svolto un incontro presso l’ex convento Santa Chiara tra artisti giunti da Vienna e artisti tropeani. L’evento ha avuto lo scopo di ridare vita a quel movimento culturale che ha interessato la città dal 1980 al 1994, grazie ai simposi degli insegnanti di Belle Arti dell’Austria che, per settimane, insieme agli allievi percorrevano i luoghi tropeani dipingendoli.  Erano tempi in cui il maestro Albino Lorenzo dipingeva la sua terra e la sua gente e ospitava, tra l’altro, quei grandi maestri che giungevano da oltr’Alpi, primo tra tutti Eduard Baumer.

Nella sala del Santa Chiara erano esposte opere di artisti austriaci e di artisti appartenenti al club la Fenice, un’associazione nata in quel lontano 1994 e che ancora oggi divulga l’amore per l’arte sotto la guida di Marcella Romano che ha ricordato, tra l’altro, come anche lei prendeva parte agli eventi  di quel tempo. «Con gli austriaci – ha aggiunto Marcella Romano – parliamo il linguaggio universale dell’Arte».

A moderare gli interventi è stato il giornalista Emilio Minasi che prima di dare la parola al presidente Giuseppe M. Romano ha chiamato il professore Accorinti a leggere una poesia di Pasquale Lorenzo dal titolo Vienna 1984, tradotta anche in tedesco.

A tradurre in simultanea, per gli ospiti austriaci, è stata Gerlinde Savernann.

Romano, allora sindaco della città, ha ricordato quel periodo di 25 anni fa, quando con i simposi dell’arte «c’è stato anche un afflato umano perché l’arte accomuna tutti, anche i poveri. Sono venute in città diverse personalità austriache e si sono allacciati rapporti con l’Austria. Il libro che è stato pubblicato dal titolo “Tropea in primo piano” – ha aggiunto – è solo la sintesi di quel che successe in 15 anni. Noi vorremmo riprendere quei simposi, per questo rivolgiamo l’invito alla delegazione austriaca qui presente».

Herbert Jascha, docente di Belle Arti e Tecnica tessile all’Università di Vienna, ha parlato come s’intende l’arte in Austria ed ha menzionato la biennale che si tiene a Santa Severina dove loro hanno partecipato per tre volte con una delegazione, auspicando che quanto prima le due città si mettano insieme per programmare il futuro.

L’architetto Luigi Giffone, socio onorario del club per l’Unesco, ha detto che vorrebbe essere testimone di questa fratellanza tra i popoli nel segno dell’arte e di veder risorgere Tropea dal buio in cui è precipitata. Ha affermato di sentirsi un Ulisse ritornato nella sua isola ancora governata da Proci. 

La parola è passata al critico d’arte Franco Migliaccio per il quale i simposi dell’arte hanno messo insieme due città lontane e diverse. Il libro pubblicato, ha aggiunto, ha un valore simbolico perché «getta un ponte verso la multiculturalità». Andato via nel 56, non è stato testimone dei simposi, ma ha raccontato alcuni antefatti interessanti relativi alla presenza di Baumer a Tropea. Si è poi soffermato su Lorenzo Albino che nelle sue opere ha reso al meglio la tropeanità. E’ stato il «genius loci» esprimendo la mediterraneità dei luoghi ed «è lui che ha interpretato Tropea. Riusciva a volgere tutto alla sintesi. Nella pittura di Albino troviamo un qualcosa che non finisce mai e che quindi deve divenire nel tempo». Egli è stato, ha concluso, l’artista ambasciatore nel mondo con quella luce atmosferica che interpretava e che gli fa  ricordare il Caravaggio di stampo romantico.

La serata è proseguita con il concerto di arie celebri a cura del Piano Vocaltrio, con Rosanna Leonte soprano, Maria Motta mezzo soprano e Vera Pulvirenti pianista.

Vittoria Saccà

About Vittoria

Docente di Materie letterarie presso il Liceo Scientifico "Berto" di Vibo Valentia. Vivo a Tropea, splendida cittadina che si affaccia sul mar Tirreno. Sono giornalista pubblicista.

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