Archivio Mensile: maggio 2015

Gioconda Tropeano e i suoi tanti ragazzi dell’Annunziata

Gioconda Tropeano

Compirà 90 anni il prossimo 7 giugno

 TROPEA – Il prossimo 7 giugno raggiungerà la soglia dei suoi novant’anni, la gentile e garbata signora Gioconda Tropeano. E’ una figura speciale che negli anni si è attorniata dei tanti giovani della zona dell’Annunziata, diventando, per tutti loro, come una seconda mamma. Sono infatti quest’ultimi che vogliono omaggiarla, e dirle grazie per gli anni belli che ha loro regalato, attraverso il mezzo della stampa. La incontriamo nella sua abitazione. La signora Gioconda, figlia di un ferroviere, Agos Palazzesi e di Raffaella Di Carli, è nata a Tarquinia, in provincia di Viterbo, il 7 giugno del 1925. Ha trascorso la giovinezza nel casello ferroviario tra Tarquinia e Montalto di Castro. Aveva solo 19 anni quando incontrò Giuseppe Tropeano, che da militare, trovò accoglienza nella sua casa nel periodo turbolento della seconda guerra mondiale. Era il 1943. Da giovane, confessa Gioconda, avevo paura dei calabresi. Ma Giuseppe era alto e bello, insomma un bel ragazzo, e l’amore vinse tutte le sue paure. Lo sposò. “Giocondina”, così la chiamavano, fece il suo viaggio di nozze sotto i bombardamenti e su un carretto, ricorda sorridendo. Poi nel 1944 nacque la loro prima figlia, Anna. Le vicende della vita la convinsero a seguire il marito a Tropea, da dove non si allontanò più. La famiglia si completò con altri tre figli: Raffaella, Michelangelo e Agos. Poi Giuseppe si ammalò di cuore e per otto anni Gioconda lo accudì amorevolmente fino all’ultimo dei suoi giorni. Rimase sola, con quattro figli. Ma la fede in Dio l’aiutò a continuare la strada della vita. Tra i pensieri e gli impegni familiari, iniziò a frequentare la parrocchia dell’Annunziata occupandosi della chiesa e accogliendo intorno a sé i tanti giovani che la frequentavano. Le lezioni di catechismo era lei che le impartiva, con tanta pazienza, e riusciva a trovare i modi per tenere  sempre insieme i ragazzi e aiutarli nel loro cammino di crescita. Con i suoi modi affabili, diventò un punto fermo nelle giornate dei tanti ragazzi della zona Annunziata che, per un motivo o per un altro, la cercavano continuamente, persino nella sua casa. Lei non risparmiava i tanti consigli per la vita, come farebbe una qualsiasi mamma. Li teneva insieme e accanto a lei anche organizzando gite, oppure solo per mangiare una pizza le sere, quando era possibile. Ricorda lei stessa, a tal proposito, la festa dell’emigrante, o la gita fatta in Terrasanta che tutti ancora oggi portano nel cuore. Insieme, tutti, anche nella Schola Cantorum dove emergevano Mario Sammartino, Pino Tarantino, Tony Blasa, tanti altri. La chiesa dell’Annunziata, perciò, fu il luogo nel quale Gioconda accolse ben 28 giovani di quel tempo, per aiutarli a crescere alla luce degli insegnamenti cristiani. Le brillano gli occhi quando ricorda Franco Giannetta. Era uno dei suoi 28 ragazzi che poi scelse di diventare sacerdote. Ma una così bella anima non poteva stare a lungo sulla terra, così a soli 33 anni il Signore lo chiamò a sé. Di lui ci mostra un crocefisso di San Damiano che tiene attaccato alla parete accanto al suo letto. “Apparteneva a lui – ci dice – mi è stato regalato dai suoi, e per me adesso è prezioso”. Dei tanti ragazzi di allora, sentiamo Marinella Nazionale: “Per me la signora Gioconda – afferma – è stata un punto di riferimento per la parrocchia dell’Annunziata, ai tempi in cui qua da noi, il mondo era chiuso in se stesso. Abbiamo vissuto gli anni migliori della nostra gioventù insieme a lei”.

La signora Gioconda, che da 70 anni vive nella c25ittadina tirrenica, oggi non si occupa più della parrocchia, al suoi posto vi è Mimma Garibaldino, che sin da piccolina frequentava il gruppo dei 28 e che ha raccolto il prezioso testimone. Alla signora Gioconda, i suoi ragazzi, ora diventati adulti e impegnati nella società, dicono grazie per tutto l’affetto di cui li ha ricoperti negli anni della loro gioventù.

Vittoria Saccà