Archivio Mensile: settembre 2014

Il 22 settembre del 1994 si spense Irma Scrugli

Irma Scrugli

Irma Scrugli

TROPEA – Era il 22 settembre di venti anni fa, il 1994, quando la signorina Oblata Irma Scrugli chiuse gli occhi alla vita terrena per riaprirli nel regno più bello che pulsa oltre la realtà che ci circonda. Perché per lei, di certo, si sono aperte le porte del cielo dove ad attenderla vi era colui con il quale condivise il grande progetto d’amore realizzato a favore degli altri. Di quegli altri che il vangelo da sempre indica: umili, poveri, diseredati, diversamente abili.

Irma Scrugli, nata a Tropea il 4 settembre del 1907, apparteneva alla famiglia dei conti Scrugli. Benestante, quindi, ed anche bella, bionda, aggraziata e gentile nei modi, non le mancava proprio nulla. E soprattutto aveva un cuore buono e sensibile tanto da percepire dentro di sé l’insistente richiamo di Dio. Ancora in giovane età, scelse la sua strada in direzione cielo, e accanto al Venerabile don Francesco Mottola, scese nei tuguri tropeani anche lei per dare sollievo agli umili, ai poveri, agli affamati, ai tanti dimenticati che in quegli anni dei primi decenni del secolo scorso popolavano la città e l’intera Calabria.

Insieme a don Mottola, fu cofondatrice della “Famiglia degli Oblati e delle Oblate del Sacro Cuore”. Fu la prima a firmare, insieme ad altre due sorelle, la decisione di diventare “certosine della strada”, condividendo così il grande disegno d’amore messo in atto da don Mottola. Fu sempre al suo fianco, ombra silenziosa, nelle tante attività che il nostro Venerabile portò a compimento, soprattutto nella costruzione delle case della carità, “le case d’oro”.

Irma, nelle parole di chi l’ha conosciuta, era una donna sempre calma e in ascolto della parola degli altri, pronta a porgere il suo aiuto a chiunque ne avesse bisogno. Una vita, la sua, pervasa da grande spiritualità, in perenne ricerca di Dio. Nel suo testamento spirituale,  redatto prima di morire, scrisse “i cinque silenzi crocifiggenti, letificanti, elevanti, irradianti, apostolici”. Per Irma, essi erano nel silenzio della vista, e vedere Dio in ogni volto e in ogni cosa; nel silenzio dell’udito e ascoltare sempre e solo Lui nel mondo che ci circonda; nel silenzio della parola perché ogni voce deve essere una lode a Dio, accogliendo i fratelli; nel silenzio del pensiero che non può tradursi che in una sola parola: Amore; infine, nel silenzio del cuore, ossia nel non permettere altri amori se non il Suo, divampante e irradiante. Sono messaggi di straordinaria profondità spirituale che ha lasciato alle sue sorelle e compagne di cammino, e sono il simbolo dell’infinito amore che pulsava nel suo cuore verso Dio. Fu tutto l’iter della sua vita che indusse l’allora vescovo della diocesi mons. Cortese, ad accostarla, durante le esequie in Cattedrale, a Chiara di Assisi: “Accanto a Don Mottola a Tropea –disse il vescovo – ci sei tu, carissima sorella Irma, la Chiara di Tropea. Come Francesco di Assisi, come Chiara, come Don Mottola, come tutti gli innamorati di Dio, hai capito che la vita è vera se è vissuta nella contemplazione e nell’azione. Sei stata una contemplativa della strada, e sulla strada, una donna di azione”. E mentre si aspetta il pronunciamento della congregazione vaticana per avviare la causa di beatificazione, dopo il parere positivo dei vescovi della Calabria alle pratiche già avviate del vescovo mons. Luigi Renzo, nella ricorrenza del ventesimo anniversario della sua morte è stata celebrata una messa solenne in cattedrale, mentre presso la prima casa fondata dal padre, in via Abate Sergio, si è tenuta una partecipata veglia di preghiera. Don Francesco Mottola ed Irma Scrugli, figure importanti nella storia di Tropea perché insieme hanno dimostrato che questa vita terrena deve essere vissuta mettendo in pratica gli insegnamenti del vangelo, sempre e dovunque.

Vittoria Saccà