Lo Sconosciuto – Si chiamava forse Giovanni?

TROPEA – Si chiamava forse Giovanni, lo Sconosciuto sepolto nel cimitero di Parghelia? E’ il nuovo interrogativo che si pone il carabiniere in pensione Antonio Reale. E riguarda una storia rimasta incompiuta, che gli pesa molto nell’andirivieni dei ricordi. E’ quella dello Sconosciuto, rimasto senza un nome, senza un’identità. E chi allora se ne è occupato, si porta appresso il dispiacere per non essere riuscito a dargli un nome, almeno sopra la sua tomba.

Stiamo parlando di un episodio accaduto quasi trent’anni fa, ovvero il 17 aprile del 1991, quello dell’uomo trovato morto sulla spiaggia della vicina Parghelia.

Quel giorno, qualcuno vide un uomo riverso sulla battigia, con le onde che bagnavano il suo corpo esanime. Chiamò immediatamente i carabinieri della centrale di Tropea che si precipitarono sul luogo. Tra loro vi era anche Antonio Reale che si assunse l’onere di avvisare parenti e amici.

Ma sul corpo dell’uomo non furono trovati documenti utili per risalire alla sua identità, né al suo luogo di provenienza.

Dai rilevamenti eseguiti, si stabilì che era una persona di età compresa tra 55 e i 60 anni; con un aspetto abbastanza distinto, ben rasato, alto 1,75, con una corporatura atletica. Indossava un giubbotto nero di cotone, un maglione a girocollo di color granato, una camicia felpata grigia e marrone, pantaloni verdi taglia 52, calzini di lana di colore granato. Non portava le scarpe.

Come segni particolari aveva una “cicatrice post-operatoria nella regione lombare da probabile intervento discale”. Nulla di più. Né documenti, né scontrini, né alcun pezzo di carta che potesse ricondurre ad una sua identità.

Il suo cadavere venne trasportato all’obitorio dell’ospedale civile di Tropea, dove il medico preposto certificò che la causa del suo decesso era imputabile ad un arresto cardiaco. L’amministrazione comunale di Parghelia, allora in carica, gli diede degna sepoltura presso il cimitero locale e sulla sua lapide, a cui pensarono Reale e il maresciallo Antonio Marchese, oggi in pensione anche quest’ultimo, oltre alla data del ritrovamento, indicarono il numero del rapporto giudiziario e dell’atto stesso, ciò al fine di facilitarne l’individuazione. E poi la scritta “Sconosciuto”.

Ed è veramente triste che nessuno, fino ad ora, lo abbia mai cercato da nessun angolo di questo mondo. Come ha sempre raccontato Reale, all’epoca le ricerche diramate su tutto il territorio nazionale non diedero alcun risultato. Venne interessata anche la trasmissione televisiva Chi l’ha visto, ma si limitò a dare la notizia senza altri clamori. In breve tempo, la pratica relativa allo sconosciuto venne archiviata. Ma Reale questa vicenda non l’ha mai archiviata, per lui era come un dovere da compiere, e interessò i giornali sperando che da qualche angolo di mondo giungesse un soffio di verità. Nel trascorrere degli anni ce ne siamo occupati anche noi, rinnovandone il ricordo a tutti coloro che ci leggono. E un giorno, non lontano nel tempo, Reale racconta di aver ricevuto una telefonata. Una voce giovanile che gli disse «Lei è quel carabiniere che si è occupato dello Sconosciuto? Allora sappi che si chiamava Giovanni». Reale cercò di saperne di più, ma la telefonata venne interrotta.

Se qualcuno sa, oggi si chiede, perché non vuole rivelare l’identità di quell’uomo, perché lasciarlo senza un nome, senza un passato, senza uno stralcio di vita, come se non avesse mai abitato su questa terra! Quale mistero si cela in questa particolare vicenda! Eppure, chiosa, sulla sua tomba spesso ci sono fiori freschi, segno che qualcuno lo va a trovare. Sarà una mano pietosa, oppure qualcuno che sa? Si chiede.

Ed è a chiunque sappia qualcosa, e in particolare a quella voce giovanile, che Antonio Reale si appella, a quella voce che ha trovato il coraggio di chiamarlo al telefono e dire quel nome: “Giovanni”.  Le chiede un altro sforzo, di dire qualcosa di più, anche continuando a mantenere il suo anonimato, ma che possa finalmente regalare un’identità ad un uomo che ancora è uno “Sconosciuto”. Uno Sconosciuto che finalmente troverebbe pace, ed anche Reale che ancora non ha riposto quella vicenda tra le storie concluse.

Vittoria Saccà

About Vittoria

Docente di Materie letterarie presso il Liceo Scientifico "Berto" di Vibo Valentia. Vivo a Tropea, splendida cittadina che si affaccia sul mar Tirreno. Sono giornalista pubblicista.

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