Il LaboArt al premio PimOff per il teatro contemporaneo

TROPEA – Anche la Calabria sarà presente al premio PimOff per il teatro contemporaneo.

La manifestazione, alla sua prima edizione, vedrà tra i cinque finalisti i Fratelli Carchidi e l’associazione LaboArt Tropea diretta da Maria Grazia Teremo, con il progetto “Amanda. Colei che deve essere amata”.

Il bando, che sostiene progetti teatrali in fase di studio che non abbiano mai debuttato, ha lo scopo di individuare e sostenere nuove proposte teatrali, incoraggiare il lavoro registico, favorire la creazione contemporanea e promuovere lo scambio tra operatori e critici del teatro.

Le compagnie che sono rientrate in finale presenteranno un estratto del proprio progetto ad una giuria di critici e operatori, in due serate aperte al pubblico presso il Teatro PimOff di Milano il 28 e il 29 febbraio 2020. La compagnia vincitrice si aggiudicherà un Premio in denaro di 3.000 euro e un periodo di residenza di massimo dieci giorni per ultimare il lavoro e debuttare nella stagione 2020/21 del Teatro PimOff.

L’Opera “Amanda. Colei che deve essere amata”, è un progetto ideato da Antonella e Francesco Carchidi che ne cureranno la drammaturgia, la prima comparirà anche in scena, il secondo si occupa invece della regia; a supportarli il sound designer Remo De Vico che curerà il progetto sonoro.

Il testo racconta di un’allegorica storia d’amore tra una donna e il suo disturbo: l’acufene, disturbo uditivo caratterizzato dalla sensazione di ronzio, sibilo o tintinnio dovuto a stimolazione non esterna, ma interna. Il rumore è costante e senza soluzione di continuità, come un allarme innescato senza la possibilità di disinnescarlo; ciò implica una difficoltà di concentrazione anche nelle più semplici attività quotidiane. L’acufene si trasforma in personaggio e in pretesto per dare inizio al tormento interiore di Amanda, metafora del senso di spaesamento che sta coinvolgendo l’era contemporanea, bombardata da stimoli psichici sempre più invadenti.

«Nell’epoca contemporanea – spiegano i fratelli Carchidi – la solitudine, il silenzio, l’incontro più intimo con se stessi, è un concetto sempre più fittizio. Anche nel buio di una stanza, qualcosa fa rumore e ci spinge a connetterci con l’esterno, con qualcun altro; eppure siamo soli.

Questo qualcuno ci dà l’illusione di essere in compagnia anche quando siamo soli, così si perde il gusto di stare da soli e il gusto di stare in compagnia. Ne deriva la convinzione di essere al centro di un universo, prede continue di un tribunale pronto a giudicarci per i nostri comportamenti, per le nostre azioni, per i nostri gusti. Acufene – proseguono – rappresenta quel tribunale che sentenzia continuamente cosa è meglio fare e non fare per piacere; il dover piacere esclude il piacersi. Così, come il signor K ne Il Processo di Kafka, Amanda si ritrova sotto accusa e sotto pressione, senza avere la benché minima idea delle motivazioni che la spingano in quella condizione».

Un in bocca al lupo alla giovane compagine calabrese che si contenderà il premio con i progetti “La foresta” della compagnia “Ortika + iPesci”, “Un onesto e parziale discorso sopra i massimi sistemi” di Pietro Angelini, “Twittering Machine” del Collettivo “ADA” e “Oblio” di “Cerbero Teatro”.

Vittoria Saccà

 

About Vittoria

Docente di Materie letterarie presso il Liceo Scientifico "Berto" di Vibo Valentia. Vivo a Tropea, splendida cittadina che si affaccia sul mar Tirreno. Sono giornalista pubblicista.

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