Incontro con Rostislav Pietropaolo, “Cavaliere dell’Ordine della Stella della solidarietà italiana”

20180810_200450TROPEA- Abbiamo conosciuto Rostislav Pietropaolo durante un incontro al quale era presente Maria Luigi Lombardi Satriani. Ed è stata proprio la presenza dell’illustre professore a richiamare Pietropaolo. Perché intendeva salutarlo dopo tanto tempo dall’ultimo loro incontro. Cerchiamo di conoscere più a fondo questa enigmatica figura che parla speditamente l’italiano pur se con accento straniero. Ed è una scoperta quanto mai interessante. La storia della sua vita ci riporta ai tempi del primo novecento con l’imperversare della grande guerra seminatrice di distruzione e di disgregazione di famiglie. Una delle tante, appunto, fu la sua perché suo padre, Vincenzo, nativo di Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC), sposato e già padre di Teresa, dovette lasciare il paese per andare in guerra, quella del 15/18. Aveva nelle mani l’arte del calzolaio e fu proprio questa a salvarlo da una morte certa. Prigioniero nel campo di Mauthausen, fu trasferito a Brno, nella fabbrica dove si riparavano le divise militari. Alla fine della guerra, per vari motivi, Vincenzo non rientrò in Italia, rimase a Brno dove continuò a lavorare col mestiere che aveva in mano. Dopo vari vicissitudini, lo raggiunsero la moglie Nicoletta Gioffrè, e la figlia. La famiglia si ricompose e nacquero altri due figli maschi, Josef e Rostislav,  nome suggerito dal parroco e dalla madrina di battesimo, in omaggio al duca e poi re di Boemia Vratislav II.

Il nostro Rostislav, crebbe lavorando insieme al padre nella piccola fabbrica di scarpe che questi era riuscito a mettere su, poi, già grande, decise di  completare gli studi e si iscrisse all’università.

Intanto era in atto il Sessantotto cecoslovacco che causò non pochi problemi alla famiglia Pietropaolo. Tuttavia, Rostislav conseguì il  dottorato ed entrò come ricercatore all’Accademia delle Scienze di Praga. Da evidenziare, secondo il suo racconto, che l’amore per l’Italia nella sua famiglia non era mai venuto meno e che si era radicato anche in lui in modo viscerale. Così, quando la primavera di Praga si placò e fu più libero di agire, fondò l’associazione “Amici dell’Italia”, che oggi conta sedi su tutto il territorio cecoslovacco con 6.000 iscritti. Tramite questa associazione, organizzò corsi in lingua italiana promuovendo scambi culturali tra Italia e Cecoslovacchia, in collaborazione con l’ambasciata italiana a Praga. Così Rostislav finalmente venne in Italia, e  grazie agli scambi, ritornò più di una volta, conquistando molti per la sua cultura e competenza. Venne chiamato anche all’università della Calabria per tenere un corso e fu in quella occasione che incontrò il professor  Lombardi Satriani.

Il suo fu un impegno a tutto campo per promuovere la cultura italiana in Cecoslovacchia e viceversa. Azioni  per le quali, con decreto del 30 luglio 2003, venne nominato dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi “Cavaliere dell’Ordine della Stella della solidarietà italiana”, chiamata oggi “Ordine della Stella d’Italia” onorificenza che viene conferita agli italiani all’estero o agli stranieri che abbiano contribuito alla ricostruzione dell’Italia.

E poi un’altra svolta nella sua vita. La conoscenza con i parenti di Sant’Eufemia d’Aspromonte, i Tripodi, discendenti di Nicoletta, moglie di suo padre, che era figlia di Generoso e Grazia Maria Tripodi.

Sono state Carmelita e Marzia Tripodi a contattarlo via internet dopo aver saputo che un “signore cecoslovacco” cercava nel cimitero di Sant’Eufemia i suoi parenti. Dopo di che, Rostislav fece ritorno in Calabria, a Sant’Eufemia d’Aspromonte, terra dei suoi genitori, incontrando i suoi parenti e ricostruendo finalmente le fila delle sue origini. Storie come queste, di famiglie calabresi costretti a lasciare la propria terra a causa della guerra, chissà quante ce ne sono.

Vittoria Saccà

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