TROPEA – Per non dimenticare. Su questo concetto di base, l’insegnante di lettere Catia La Rocca ha voluto rendere indelebile nei ricordi dei suoi alunni, quanto avevano studiato a proposito della Grande Guerra e delle Foibe. Per questo ha voluto organizzare per l’intera sua classe, la terza B della scuola media dell’Istituto Comprensivo “Don Francesco Mottola”, diretto da Tiziana Furlano, un viaggio studio a Trieste e Gorizia.
Quanto i ragazzi avevano appreso durante il percorso di studio con letture di pagine di storia, testimonianze, documentari e filmati, hanno poi potuto riviverli in quelle terre che sono state teatro di grandi sofferenze per l’uomo.
Ebbene sì. Gli allievi sapevano bene che alla fine della seconda guerra mondiale, mentre l’Italia veniva liberata dall’occupazione nazista grazie all’esercito anglo-americano, a Trieste e nell’Istria iniziava la tragedia degli abitanti di quelle terre ad opera dell’esercito comunista jugoslavo del Maresciallo Tito.
In questo mese di aprile, infatti, i ragazzi, accompagnati dalle docenti Caterina Ventrice e Magda Muscia, sono partiti alla volta di Gorizia, dove hanno visitato il sacrario militare di Radipuglia, che custodisce e onora le salme di 100 mila caduti della Grande Guerra. È stata un’esperienza ricca di emozione e consapevolezza della crudeltà di ciò che è stato. Gli studenti hanno poi visitato i luoghi teatro delle famigerate Foibe sui monti del Carso, dove migliaia di persone sono morte solo perché Italiane e perché 
non si sono assoggettate al regime comunista. E ora per loro, il 10 febbraio di ogni anno, quando si ricorderanno le Foibe, avrà un senso per tutta la vita e ricorderanno quelle vittime con il cuore.
È stato indubbiamente un viaggio studio più interessante di qualsiasi pagina di storia letta sui libri, perché hanno potuto calpestare quella terra, respirare quell’aria e visitare quei luoghi. Un viaggio che ha emozionato tanto il gruppo, stimolando in ciascuno di loro la riflessione e la coscienza, che li ha arricchiti, inoltre, di un’esperienza che forse mai più ripeteranno nella loro vita, difficile da dimenticare.
Vittoria Saccà