Cipino e altre piccole storie

cipinoCipino e altre piccole storie, di Vittoria Saccà, è una lettura molto piacevole, un bel libro che accontenta i bambini e fa sognare gli adulti. Pubblicato da un piccolo editore non sfigura neanche di fronte ai libri, spesso pomposi e ricercati, di case editrici affermate o specializzate in questo settore, quelli della grande distribuzione e dai rilevanti numeri di vendita.

La fiaba è retaggio di una tradizione orale e popolare, che solo successivamente viene trascritta e che, solitamente, non è inventata da chi ne è conosciuto come l’autore, che in ultima istanza è solamente colei o colui che la fissa su carta. L’autrice, in questo caso, non ha attinto alla tradizione orale, ha inventato di sana pianta le fiabe, prendendo spunto dalla tradizione della cultura europea e attraverso il linguaggio della fiaba ha mescolato i suoi elementi classici creando qualcosa di nuovo che non ha, ancora, una tradizione orale. Siamo in presenza di un atto di creazione, diverso da quello di semplice trascrizione e magari di vago abbellimento artistico.

In Cipino e altre piccole storie come da tradizione i personaggi sono generalmente persone comuni, bambini, animali antropomorfi e antropopsichici, re, regine, gnomi, troll, folletti e sono sempre fantastici, nel senso che vivono mondi immaginari. Anche quando partono da una situazione reale passano quasi subito al fantastico, ed è questo passaggio, il ritrovarsi improvvisamente al suo interno non-si-sa-nemmeno-come, che affascina bambini e adulti. È questo uno degli elementi che rende la fiaba qualcosa di magico, difficile da creare.

Le descrizioni dei personaggi, quasi del tutto assenti nelle fiabe se non per particolarità fisiche mostruose o di estrema bellezza, per le categorie antonimiche (ricco-povero, servo-padrone, buoni-cattivi, ubbidienti-

Prof. Carlo Simonelli

                  Prof. Carlo Simonelli

discoli, scaltri-stolti ecc.), per il manicheismo, per il lieto fine, per il premio ai buoni, ai coraggiosi, ai devoti e agli astuti, rispecchiano perfettamente il modello fiabesco. Anche i luoghi e le epoche sono generiche, proprio come la tradizione di questo genere richiede.

Nelle fiabe della Saccà è sempre presente una morale, nell’epilogo, come nelle favole di origine greca e successivamente latina (Esopo, Fedro e più tardi La Fontaine). Attraverso di essa l’autrice carca di impartire un insegnamento (come nelle parabole cristiane e nei precetti morali di Sant’Agostino) tramite piccoli esempi da seguire, raggiungendo, senza sforzo, uno scopo didattico di grande qualità. Ciò è del tutto positivo; in modo naturale e senza forzature, data anche l’età alla quale il libro è indirizzato, vengono inculcati valori che rimarranno per sempre ancorati nella coscienza dei bambini.

Il linguaggio è semplice, forse troppo poco sgrammaticato (in genere le fiabe prediligono la sgrammaticatura), ma ricco di modi di dire popolari. L’autrice ricorre spesso, come le fiabe in genere fanno, al discorso diretto. Questa caratteristica trae origine direttamente dalla tradizione orale, per mezzo del discorso diretto, infatti, si riusciva a catturare meglio l’attenzione degli ascoltatori, senza trascurare il fatto che esso faciliti la comprensione e lo sviluppo degli eventi all’interno del racconto. Sono presenti nel tessuto narrativo anche formule, filastrocche, assonanze, rime, reiterazioni. Tali caratteristiche sono perfette per la didattica infantile, poiché attraverso di esse viene facilitato ai bambini il compito della memorizzazione e dell’assimilazione dei contenuti.

In generale, le fiabe della Saccà si tengono più vicine ai trascrittori di fiabe classici: Grimm, Perrault, Andersen e Basile, ma a sprazzi, in vaghe forme, riprendono elementi dei miti greci, indiani, di tutta l’area del Mediterraneo e della tradizione favolistica classica (richiamati soprattutto nella struttura), ricca di animali antropomorfi e con una formula morale di chiusura. Non hanno contiguità con la tradizione araba, per intenderci con Le mille e una notte.

Cipino e altre piccole storie, adatto ai bambini del ciclo delle elementari e forse anche per gli inizi della scuola media, è certamente di qualità superiore a molti libri di fiabe che si trovano comunemente sul mercato e non ha niente da invidiare a quelli di editori con distribuzione nazionale, se non, ahimè, la diffusione e la presenza nelle librerie.

Prof. Carlo Simonelli

 

About Vittoria

Docente di Materie letterarie presso il Liceo Scientifico "Berto" di Vibo Valentia. Vivo a Tropea, splendida cittadina che si affaccia sul mar Tirreno. Sono giornalista pubblicista.

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