LA RIVOLTA DEI MAIALINI

19846605-Il-maiale-intelligenteNel paese di Maialia, viveva un porcellino di nome Ghiandus. Mangiava, beveva e … leggeva, soprattutto di sera. Era un gran divoratore di libri. Ma i suoi compagni ogni tanto si lamentavano:
«Smettila di leggere, spegni la luce e dormi!»
Ma Ghiandus non li ascoltava; s’immergeva nelle storie che trovava tra le pagine di libri, giornali e fumetti, e lasciava volare la sua fantasia!
Un giorno gli capitò tra le zampe un libro straordinario dove lesse che i maialini, un tempo, erano considerati i più preziosi di tutto il regno animale e che gli uomini li adoravano.
«Se un tempo eravamo considerati gli animali più preziosi – esclamò – perché, oggi, gli uomini ci disprezzano? In fondo non siamo cambiati, siamo i porci di sempre!»
Gli rispose il maiale più grasso del porcile:
«Noi non siamo cambiati! Sono cambiati gli uomini!»
«Non è giusto! – disse allora Ghiandus – Bisogna fare qualcosa per risollevare il nostro buon nome!»
E il maiale più pacioccone lo apostrofò:
«Ma cosa vai farneticando! Quel libro ti ha dato alla testa! Mangia e bevi! E spegni la luce!»
Il maialino ubbidì ma non riuscì a prendere sonno; per tutta la notte disegnò nella sua mente piani strategici e quando spuntò l’alba, fece un bel discorso a tutti i suoi amici, fino a quando li convinse che bisognava ricordare agli uomini tante cose.
Infatti diceva:
«In questo libro c’è scritto che il porco una volta era amato da tutte le divinità e che è il simbolo dell’abbondanza. Una volta veniva offerto un porcellino in segno di eterna amicizia. Poi dice che è l’animale più docile e più buono e che è l’unico animale del quale non si butta niente».
Chiuse il libro e con tono più dolce, aggiunse:
«Mi dite allora perché oggi l’uomo usa il nostro nome in segno di disprezzo?»
«Ha ragione! – qualcuno gridò – Quando gli uomini si arrabbiano tra loro, si dicono “Porco!” oppure “Sei un porco” e si sentono offesi quando si chiamano tra loro col nostro nome, come se noi fossimo le bestie più riprovevoli del creato!»
Il maiale più mangione, senza smettere di masticare, sussurrò:
«Io ho sentito…gnam, gnam… che fanno i nostri nomi anche quando si riuniscono e…gnam, gnam… lì nessuno si arrabbia».
Gli domandò Ghiandus:
«Cosa vuoi dire. Spiegati meglio!»
E il mangione:
«Hai visto…gnam, gnam…gli uomini seduti attorno ad un tavolo lungo…gnam, gnam… che chiedono al pubblico avete domande da porci o…gnam, gnam…da sottoporci?»
A quelle parole, si alzò una sonora risata, tutti i maialini cominciarono a sbellicarsi e a rotolarsi per terra; quando poi si calmarono, Ghiandus disse:
«Che bell’ignorante che sei! Ciò a cui ti riferisci non è il nostro nome, ma sono i verbi porre e sottoporre! Lo sai cosa sono i verbi? Oppure pensi che sono cose che si mangiano?»
Tutti ripresero a ridere, mentre il povero maiale si vergognò talmente tanto che affondò il grugno dentro la ciotola fino agli occhi e non li alzò per un bel pezzo.
Fatto sta che, convinti dalle parole di Ghiandus, decisero di alzare la voce per farsi rispettare, così misero appunto un piano di guerra.
A mezzanotte, tutti i porci di Maialia lasciarono il paese e si nascosero in un loro luogo segreto.
Per qualche tempo, gli uomini non notarono la loro assenza. Il bello fu quando si recarono a fare la spesa nei super mercati e non trovarono né prosciutti, né salame, né la ‘nduja, e neanche gli spazzolini da denti. Fu una totale disperazione.
Gli uomini si misero a cercare i maialini per ogni dove, senza però trovarli. E avevano già l’intenzione di riempirli di carezze.
Si andò avanti per un paio di giorni, fino a quando Ghiandus e tutti i compagni decisero che la lezione poteva bastare e che era giunta l’ora di uscire allo scoperto.
Ghiandus parlò in piazza e fu ascoltato dagli uomini che, da quel giorno, rispettarono i maialini quanto i cani e i gatti, invitandoli spesso nelle loro case.
La lezione era stata recepita!
Nell’aprire un nuovo libro da leggere, Ghiandus esclamò:
«Ah questi uomini! Apprezzano le cose solo quando le perdono! E quanto è bello leggere! Tra le pagine di un qualsiasi libro c’è sempre da apprendere qualcosa. É proprio vero, leggere aiuta a conoscere la storia del mondo!»
Vittoria Saccà

About Vittoria

Docente di Materie letterarie presso il Liceo Scientifico "Berto" di Vibo Valentia. Vivo a Tropea, splendida cittadina che si affaccia sul mar Tirreno. Sono giornalista pubblicista.

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