Lettera aperta di Beatrice Lento

Beatrice LentoTROPEA – In una lunga lettera aperta, la dirigente dell’Istituto Superiore, Beatrice Lento, interviene su un post letto su facebook il 3 ottobre  scorso, scritto da un ex studente e che ha raccolto dei “mi piace” di altri ex allievi. L’argomento è per la dirigente un “potenziale fortemente diseducativo,” trattandosi di un’affermazione che riguarda i 17 ragazzi rifugiati dal Bangladesh, Mali, Marocco, Nigeria accolti nella prima classe dell’Alberghiero. Nel post, l’ex studente, affermava di essere d’accordo sul fatto che bisogna approntare  strumenti di soccorso e tutela della classe debole, ma che, prima, bisogna essere solidali con le classi deboli a noi più vicine, dopo a quelle di altri popoli. Quindi citava l’invito che gli studenti del liceo classico hanno rivolto ai 17 compagni della prima annualità dell’Alberghiero, venuti dal  Bangladesh, Mali, Marocco, Nigeria  “di partecipazione alla prima Assemblea Studentesca d’Istituto che ha assunto i connotati di una festa di accoglienza”. Per l’autore del post, l’iniziativa è stata “grave e di cattivo gusto” chiedendosi perché “bisogna inculcare nelle menti degli studenti una logica per cui coloro che compivano un illecito penale fino a pochi mesi fa, oggi un illecito amministrativo, debbono essere festeggiati. Altro è aiuto, altro è giustificare una silenziosa invasione”. A lui si rivolge, pertanto, la dirigente Lento chiedendogli se ha dimenticato l’impegno profuso tra i banchi del liceo Galluppi per la cittadinanza volto a sviluppare lo spirito critico, l’impegno civile e la partecipazione democratica di ogni studente. Se ha smarrito il senso degli incontri al Campus, le tante discussioni di crisi finanziaria, di lavoro, di incidenti sul lavoro, di persone che ogni giorno cercano di sfuggire dalle guerre e dalla fame, del nostro paese ostaggio delle mafie, di sfruttamento indiscriminato delle risorse ambientali. Se ha scordato le persone incontrate e i riflettori accesi su ogni evento significativo. Invitandolo a stare attento al pericolo di plagio che forse incombe su di lui da altre parti, invitandolo a pensare piuttosto “che hai diritto a cercare in prima persona la tua identità osando percorsi  difficili  così come hai anche diritto a tentare  e, perché no, anche a sbagliare, senza temere di essere  giudicato, purché sia autentico il desiderio di ricercare il vero e il giusto”. Soffermandosi poi sulla problematica da lui sollevata, Lento afferma che “Un territorio cresce se cresce la solidarietà e sicuramente fratelli veri non si nasce ma si diventa in un  percorso difficile ma appagante. Non credo che i Calabresi  siano razzisti  perché nei loro cuori  sono depositati  i tanti anni di emigrazione e di rifiuto patiti: nel Belgio, in Germania, in America  ed anche in Africa. Oggi , forse, frettolosamente dimenticati da altri che si sentono superiori perché il pane ce l’hanno in casa”. Quindi ricorda le parole del Levitico 19.33: “Quando un forestiero dimorerà nella vostra terra tu l’amerai come te stesso, perché anche voi siete stati forestieri in terra d’Egitto”. La dirigente prosegue ricordando anche la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell’ONU che recita “ Tutti gli esseri umani devono agire in spirito di fratellanza. Ogni individuo ha diritto a lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio. Ogni individuo ha diritto di godere in altri Paesi asilo dalle Persecuzioni”. Pertanto bisogna lasciare da parte le idee che siano diversi da noi e che parlano un’altra lingua, e  valutare come “ricchezza l’incontro tra culture diverse, le energie nuove che si innestano nei nostri paesi ed anche la gioia di poter tendere la mano, con amicizia e solidarietà, a chi cerca un futuro”. Cita, ancora, le parole di Yolande Mukagasana, sopravvissuta al genocidio dei Tutsi nel 1994 in Rwanda: “Le nostre differenze non fanno di noi nemici ma possono servire da ponti per avvicinarci”. Per la dirigente Lento, bisogna riflettere insieme “sui valori veri che poco hanno a che fare con la ricchezza economica e molto più con quella degli affetti  e – conclude – rispondiamo alla richiesta d’aiuto con l’accoglienza  generosa  che  contraddistingue  la nostra terra” e che si racchiude nell’invito: “Favorite!”.

Vittoria Saccà

About Vittoria

Docente di Materie letterarie presso il Liceo Scientifico "Berto" di Vibo Valentia. Vivo a Tropea, splendida cittadina che si affaccia sul mar Tirreno. Sono giornalista pubblicista.

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