Don Francesco Mottola e i santi Pietro e Paolo

Venerabile don Francesco MottolaTROPEA – In una cattedrale stracolma di fedeli, la santa messa solenne che è stata officiata dal vescovo della diocesi Mileto-Nicotera- Tropea, mons. Luigi Renzo, è stata caratterizzata dal ricordo dei santi Pietro e Paolo e del pio transito del venerabile don Francesco Mottola.

Tra i fedeli, oltre al sindaco della città Giuseppe Rodolico e all’assessore al turismo Antonio Bretti, erano presenti anche comunità provenienti da altre parrocchie, mentre il coro ha evidenziato maggiormente la solennità del momento.

Durante l’omelia, mons. Renzo, dopo il saluto affettuoso rivolto agli Oblati e alle Oblate, figli diretti di don Mottola, ha ricordato la giornata particolare dedicata ai santi Pietro e Paolo, che s’interseca con la ricorrenza dei 45 anni del pio transito del servo di Dio don  Francesco Mottola. “Era  il 29 giugno del 1969 – ha detto – quando il Signore lo ha chiamato in paradiso. Ora ci stiamo preparando a vivere un momento storico, il riconoscimento del miracolo e la proclamazione a beato di don Mottola. Il 7 maggio di quest’anno – ha quindi affermato – la Congregazione della causa dei santi ha emesso il decreto di validità sull’indagine espletata dal nostro tribunale diocesano e di questo ringrazio il postulatore don Enzo Gabrieli di Cosenza e tutti quelli che hanno collaborato, compresi i testimoni. Ora aspettiamo l’esito”. Mons. Renzo ha proseguito la sua omelia parlando della festa dei santi Pietro e Paolo voluta dalla Chiesa sin dai tempi antichi. Dal primo momento, queste due straordinarie figure, sono state celebrate insieme, sebbene siano morti in giorni diversi durante la persecuzione cristiana. La loro unione, vuole essere anche il simbolo di unione nella fede per tutta la comunità cristiana. Si è quindi soffermato sull’importanza di vivere la fede in pienezza, e sulla forza del vangelo che tutti conosciamo. E’ importante sentirsi tutti vicini, ha sottolineato, “in questa società che oggi vive in una cultura immersa nell’Io con tutte le conseguenze, ci sentiamo al centro del mondo e degli altri non ce ne importa”.

Si è poi soffermato sulla scomunica ai mafiosi fatta da papa Francesco durante la sua visita in Calabria, altro momento storico che segna l’esclusione dei mafiosi da alcune pratiche religiose, come il poter fare da padrini in battesimi o cresime, o portare le statue dei santi in processione. Si aspettano da Roma, adesso, le indicazioni su come muoversi in merito. Mons. Renzo ha concluso la sua omelia tornando su don Francesco Mottola sottolineando che il nostro Servo di Dio, continuò a servire la Chiesa anche durante i vent’anni di malattia, che lo colpì nel 1942 quando aveva solo 41 anni, vissuti con sofferenza ma con pienezza d’amore, fino al giorno della sua morte.

A conclusione, mons. Renzo e tutti i sacerdoti che lo hanno coadiuvato nella funzione religiosa, hanno sostato davanti alla tomba del Venerabile situata nella navata destra della cattedrale, ai piedi del grande crocefisso ligneo.

 Vittoria Saccà

 

About Vittoria

Docente di Materie letterarie presso il Liceo Scientifico "Berto" di Vibo Valentia. Vivo a Tropea, splendida cittadina che si affaccia sul mar Tirreno. Sono giornalista pubblicista.

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