I giovedì culturali dell’UTE:“La Comunicazione in Calabria. Nascita e diffusione della carta stampata”

LIBRO

 TROPEA . “La Comunicazione in Calabria. Nascita e diffusione della carta stampata”. E’ stato questo l’argomento di cui si è occupata l’Ute, Università delle tre età, in uno dei suoi giovedì culturali che si tengono presso la Biblioteca provinciale. A relazionare è stato Saverio Ciccarelli, avvocato di professione, anche giornalista pubblicista, fondatore e direttore del mensile La Piazza che, dal 1994, diffonde la magìa della parola scritta in città e nell’intera provincia.

Ciccarelli ha iniziato il suo interessante intervento mettendo in evidenza, anche attraverso il pensiero di personaggi consegnati ormai alla storia quali il terzo presidente degli Usa Thomas Jefferson, o il filosofo Montesquie, quanto siano importanti la stampa e la comunicazione nella crescita di un popolo.

Si è quindi soffermato sulla diffusione della carta stampata con particolare riferimento alla Calabria. La storia del giornalismo calabrese, ha proseguito, “potrebbe iniziare nel periodo classico con i musikoi che descrivevano le gesta degli uomini illustri con la cetra e il flauto o le cronache storiche”. La prima “officina impressoria”, comunque, fu installata a Reggio Calabria nel 1474, dove si stampò il “Commentarius in Penthateucum di Rabbi Salomone Jarchi bar Isaac”. Quattro anni dopo, nel 1478, a Cosenza Salomonio stampò quattro libri, ovvero “L’Immortalità dell’anima” di Giacomo Canfora, “La sfera” di Gregorio Dati, “Le favole” di Esopo e “Versi in morte di Enrico d’Aragona” di Giovanni Maurello.

Nel 1535 Bartolomeo Quattromani pubblicò un Avviso con la cronaca della sosta a Cosenza di Carlo V, che potrebbe definirsi come il primo cronista locale.

Il giornalismo in Calabria, però, incontrò molte difficoltà, per l’analfabetismo all’80%, per il costo elevato della carta, per l’assenza di tipografie professionali, o per la difficile comunicazione ferroviaria. Bisogna arrivare al 1876 per avere il primo quotidiano in Calabria, ovvero “L’eco di Aspromonte” fondato a Reggio Calabria.

Ciccarelli ha quindi percorso la storia dei vari quotidiani che vennero fondati e pubblicati nella nostra regione fino agli anni  ’50. Si è poi soffermato su la “Gazzetta del Sud” nata il 13 aprile 1952, stampato però a Messina.  In seguito nacquero “Il Giornale di Calabria”, “Oggisud”, “Il Quotidiano della Calabria”, “Il Domani”, “Calabria Ora”.

Anche Tropea, sin dagli inizi del Novecento ebbe numerose testate giornalistiche. Ma il primo cronista cittadino, ha aggiunto, può considerarsi Francesco Sergio, sacerdote di Tropea, vissuto a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo che ha lasciato, pronto per la stampa, in lingua latina: La Chronologica Collectanea de civitate Tropea, un manoscritto di grande formato (cm 21×31), che porta sul frontespizio la data 1720. Nella prima metà del secolo scorso, ha proseguito il relatore, Tropea vide la nascita di numerose testate giornalistiche a diffusione locale delle quali sembra ormai che se ne sia persa la memoria.

Tra il 1901 (L’eco di Tropea) e il 1943 (Il Corriere di Portercole), ne nacquero ben 16 di cui 11 a carattere politico-culturale e del clero tra cui “Parva Favilla”, fondato dal venerabile don Mottola. E’ nel 1994, 51 anni dopo, che nacquero “La Piazza”, “Il gazzettino di Tropea e dintorni” , “Il bene”, “L’altra provincia”.

Il relatore, che ha trattato l’argomento anche dal punto storico, oltre a parlare dei giornali presenti in tutta la provincia dopo il 1994 ad oggi, si è soffermato sul mezzo televisivo e sui blog che, attraverso internet, “diffondono notizie ed opinioni, ma che non hanno – ha concluso – le garanzie di attendibilità e tutela che la legge riserva ai giornali iscritti in Tribunale”.

Vittoria Saccà

About Vittoria

Docente di Materie letterarie presso il Liceo Scientifico "Berto" di Vibo Valentia. Vivo a Tropea, splendida cittadina che si affaccia sul mar Tirreno. Sono giornalista pubblicista.